Traffico di droga, estorsione, e ricettazione. Con queste ipotesi di accusa la Dda di Catanzaro ha chiuso le indagini nei confronti di 78 indagati, nell’ambito di un’inchiesta Honey-Black Eagle, che il 17 luglio scorso ha portato il personale delle Compagnie dei carabinieri di Catanzaro e Girifalco, supportate in fase esecutiva dal personale dell’Arma di Isola di Capo Rizzuto e Lamezia Terme ad eseguire 14 arresti. Si tratta di due distinti sodalizi criminali formati da cittadini albanesi e da appartenenti alla comunità rom di Catanzaro, un’organizzazione costituita da sodali dediti al traffico di eroina che, proveniente dall’Albania, veniva importata in Italia attraverso il porto di Bari e poi convogliata nelle piazze di spaccio di Crotone, Catanzaro e comuni limitrofi.
La rete dei pusher
La rete dei pusher
Santo Vittimberga sarebbe stato il capo promotore di una delle due associazioni, avrebbe curato direttamente i rifornimenti all’ingrosso di eroina anche dai narcotrafficanti albanesi Bardhyl Shaba e Adrian Habibi, costituendo una rete di pusher che approvvigionava minuziosamente le piazze di Crotone, Isola Capo Rizzuto e Catanzaro, instaurando stabili rapporti con i catanzaresi Enzo Costantino e Salvatore Folino che avrebbero veicolato la droga a gruppi rom i quali successivamente ne avrebbero curato lo spaccio al minuto.
I nomi dei 78 indagati
I magistrati Domenico Assumma e Debora Rizza hanno chiuso il cerchio nei confronti di Samuel Macu, detto Erman, residente a Bari; Isa Garuja, detto Goni o Antonio, di Altamura; Giuseppe Foderaro, di Amaroni; Caterina Palleria, di Amaroni; Francesco Sestito, di Borgia; Mario Teti, residente a Borgia; Concetta Sanso, residente a Borgia; Donato Bevilacqua, alias Mario u cicatu o occhio storto, di Catanzaro; Graziella Passalacqua, di Catanzaro; Francesco Gasparro, di Amaroni;Mario Buttiglieri, di Squillace; Sami Zoto, alias Samiù, Albania; Ilir Hoxha, residente a Bari; Ernest Pena, alias Nesti, residente a Rutigliano; Elton Ismaili, alias Gazi, Albania; Pavillo Gogo, residente a Novi Ligure; Xhevdet Muca, residente ad Altamura; Samuele Garuja, alias Turi, Albania; Ylli Muca, Polignano a Mare; Margareta Pascu, residente a Polignano a Mare; Archez Dibrani, alias zio, Albania; Florjana Garuja, Albania; Gianluca Bevilacqua, Catanzaro, Fabio Bevilacqua, Catanzaro; Massimo Bevilacqua, di Catanzaro; Romina Veronica Di Cataldo, di Catanzaro; Qemal Assnalas, residente nel Foggiano; Victor Jaupaj, Albania; Clejdi Bulku, di Bari; Ilir Tatani, di Bari; Deshirir Allushi, di San Benedetto del Tronto; Danilo Basile, di Borgia; Antonio Mazza, di Girifalco; Bardhyl Shaba, alias Bardhy o Andrea o Gimmi, Albania; Shkelqim Shehi, alias capelli lunghi o Leo, di Bari;
Ervin Shehi, alias Nipi, di Barletta; Adrian Habibi, residente a Pescara; Behexhed Shaba, di Altamura; Afrim Stata, di Altamura; Francesco Trusciglio, alias il Carrozziere, di Crotone, Pasquale Trusciglio ,di Crotone, Santo Vittimberga, alias Puffo, nano o Sandro, di Isola Capo Rizzuto; Salvatore Gerace, di Crotone; Ermenegildo Andrea Misticoni, di Crotone; Giulio Bubba, di Crotone; Luigi Cortese, alias Nedim Sevis, di Crotone; Enzo Costantino, alias Enzarè di Catanzaro; Maurizio Abruzzese, alias il Gambero di Catanzaro; Luciano Abbruzzese, di Catanzaro; Armando Abruzzese, alias Piti Piti, di Catanzaro; Giovanni Abbruzzese, di Catanzaro; Cosimo Passalacqua, alias Spacca fatica, di Catanzaro; Rosanna Abbruzzese, di Catanzaro; Cosimo Passalacqua, alias Scatoletta o cocò, di Catanzaro; Silvano Passalacqua, alias Barbanera, di Catanzaro; Salvatore Folino, alias occhi i buffa, di Catanzaro; Francescoantonio Pavone, di Catanzaro; Nicola Perri, alias Nicodemo, di Isola Capo Rizzuto; Ida Palma Mangone, alias la vecchia del paesino, di Isola Capo Rizzuto; Giuseppe Macrì, alias zio Pino o Dartagnan, di Crotone; Antonia Scarpitta, alias la vecchia, Crotone; Giuseppe Fiordaliso di Crotone; Pasqualino Trusciglio, di Crotone; Luciano Vaccaro, alias Lupen, di Crotone; Mario Frisenda, di Crotone; Giovanni Rizzo, di Crotone, Fabio Torromino, di Crotone; Rosetta Paglia, di Crotone; Domenico Amoruso, alias Mimmo o u cecatu, residente a Crotone; Domenico Varrese, alias Mimmo o u Tedesco, di Crotone; Nicola De Giovanni, alias Nic, di Crotone; Michele Romano, di Crotone; Rakip Pereja, alias Kipi, l’albanese o il contadino, residente a Girifalco; Salvatore Romano, residente a San Giovanni in Fiore; Ciro Noviello, di Napoli; Luigi Perrone, di Napoli; Alfonso Russo, di Catanzaro; Giuliano Bevilacqua, di Catanzaro.
La droga dall’Albania fino alla fascia jonica della Calabria
Un’inchiesta nata da due distinte attività investigative, condotte rispettivamente dalle Compagnie di Catanzaro e Girifalco, coordinate dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro poi riunite in un’unica indagine ed espletata con l’attivazione di presidi di natura tecnica telefonica e ambientale, nonché con specifici servizi di osservazione, controllo e pedinamento, e su cui hanno fornito un contributo importante le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia che hanno descritto un quadro preciso delle attività illecite in materia di stupefacenti ad opera di contesti familiari di etnia rom nell’area sud del capoluogo. La droga sarebbe partita dall’Albania via mare e arrivava in Puglia, al porto di Bari, e da qui trasportata nella fascia jonica della Calabria da corrieri che percorrevano in auto la strada statale 106, mentre il trasporto verso il Nord della Calabria avviene con camion carichi di elettrodomestici in cui viene nascosta la sostanza stupefacente. Per ogni viaggio della droga all’autista spettavano mille euro.
Il diritto di difesa
Gli indagati assistiti dai loro avvocati (nel cui collegio compaiono i nomi di Mary Aiello, Ettore Censano, Giuseppe Gervasi, Arturo Bova, Giovanbattista Scordamaglia, Stefano Nimpo, Anselmo Mancsuo, Anna Marziano, Antonio Ludovico, Francesca Buonopane, Chiara Trapasso), entro 20 giorni dalla notifica dell’avviso di conclusione delle indagini potranno chiedere di essere sentiti o interrogati dal pm, rilasciare dichiarazioni spontanee, depositare memorie difensive e compiere ogni atto utile per l’esercizio del diritto di difesa prima che la Dda vada oltre con una richiesta di rinvio a giudizio.