“Zero posti in terapia intensiva”, Calabria a un passo dalla zona arancione

L'enorme quantità di nuovi casi, incontrando una popolazione suscettibile troppo numerosa, sta progressivamente saturando gli ospedali
calabria zona arancione

Piemonte e Calabria sono le regioni più vicine alla zona arancione, mentre Valle d’Aosta, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Campania sono prossime a superare le soglie. La Puglia ha già numeri da zona gialla e la Sardegna si avvicina a superare le soglie, mentre la provincia autonoma di Bolzano potrebbe tornare a essere bianca. E’ quanto indicano le analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo M.Picone, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). “La Valle d’Aosta è sopra al 50% per i reparti ordinari e, col trend attuale di crescita, si prevede che superi entrambe le soglie della zona arancione entro martedì prossimo”, osserva l’esperto.

Terapie intensive

Terapie intensive

È stabile al 18%, in Italia, la percentuale di terapie intensiva occupate da pazienti Covid, ma cala in 8 regioni: Basilicata (1%), Campania (11%), Liguria (18%), Trento (30%), Piemonte (23%), Sardegna (13%), Sicilia (20%), Valle d’Aosta (13%). 6 superano il 20%, (Friuli, Marche, Toscana, Trento, Piemonte, Lazio) e, a livello giornaliero, il tasso cresce in 4: Abruzzo (al 19%), Friuli (23%), Marche (23%), Toscana (22%). Stabile in Calabria (20%), Emilia Romagna (17%), Lazio (21%), Lombardia (17%), Bolzano (17%), Molise (5%), Puglia (10%), Umbria (16%), Veneto (20%). Questi i dati Agenas del 12 gennaio.

L’enorme quantità di nuovi casi “incontrando una popolazione suscettibile troppo numerosa, sta progressivamente saturando gli ospedali, di conseguenza, molte regioni si avviano verso la zona arancione entro fine mese”. Lo ha detto il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, facendo il punto sui posti letto ancora disponibili che, in caso di occupazione da parte di pazienti Covid, porterebbe ciascuna Regione in zona arancione al netto di un eventuale incremento dei posti. Calabria e Piemonte sono a zero posti disponibili in intensive e in area medica, Liguria a zero in area medica e un posto in intensiva, Sicilia a zero in area medica e quattro in intensiva.

Aumento dei nuovi casi

Nella settimana dal 5 all’11 gennaio si rileva un aumento del 49% dei nuovi casi di Covid-19, che sono stati un milione e 207.689 rispetto agli 810.535 della settimana precedente. In forte crescita sono anche i casi attualmente positivi: sono 2.134.139 rispetto a 1.265.297 della settimana precedente, pari a +68,7%. Mentre l’incidenza di nuovi casi di infezione da Sars-Cov-2 in 56 province supera i 2000 casi per 100.000 abitanti. Lo rileva il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe che parla di “misure insufficienti a frenare la salita dei contagi”.

Dal 5 all’11 gennaio, “continua a crescere la pressione sugli ospedali sia nei reparti di area medica che nelle intensive”. Salgono infatti del 31% i ricoveri di pazienti Covid-19 con sintomi (passati da 12.912 della settimana precedente a 17.067) e del 20,5% le terapie intensive (passate da 1.392 a 1.677). Ma a crescere del 35,4% sono anche i decessi. La Fondazione indipendente sottolinea come “il sovraccarico degli ospedali comporti il rinvio della cura di altre malattie”.

Campagna vaccinale tra alti e bassi

Nella settimana dal 3 al gennaio 2022 si registrano 483.512 nuovi vaccinati (+62,1%) rispetto ai 298.253 della settimana precedente. L’aumento riguarda in particolare la fascia 5-11 (267.412; +53,3%) e quella 12-19 (61.778; +65,5%), “mentre la recente introduzione dell’obbligo vaccinale per gli over 50 al momento non ha sortito grandi effetti, visto che in questa fascia anagrafica i nuovi vaccinati sono solo 73.690”. All’11 gennaio rimangono 8,61 milioni di persone senza nemmeno una dose, di cui 2,21 milioni sono over 50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione.

Sono 2,21 milioni, in Italia, gli over 50 anni che non hanno ancora ricevuto nessuna dose di vaccino anti-Covid e sono per questo, in base all’età anagrafica, ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione. Nella settimana 3-9 gennaio 2022, sono stati solo 73.690 i nuovi vaccinati in questa fascia di età, per la quale è stato introdotto l’obbligo vaccinale in base alle ultime norme introdotte dal Governo.

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