Bandi su misura, chiesto il processo per l’ex responsabile Anticorruzione

ginecologo catanzaro

di Gabriella Passariello

Soffiate su bandi in via di pubblicazione, ma anche avvisi confezionati su misura per assicurare agli eletti il punteggio più elevato nella percezione di fondi pubblici, ricevendo in cambio soggiorni gratuiti in villaggi turistici con pranzi inclusi e qualche incarico professionale. Con le accuse, a vario titolo, di corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Graziella Viscomi, dopo aver chiuso le indagini nel mese di febbraio, ha chiesto il rinvio a giudizio per cinque indagati, (quattro persone fisiche e una persona giuridica) coinvolti nell’inchiesta “E’ dovere”, scattata il 9 ottobre dell’anno scorso, che ha portato le Fiamme Gialle all’esecuzione di due misure cautelari agli arresti domiciliari. Si tratta di Maria Gabriella Rizzo, 57 anni, di Catanzaro, ex responsabile anticorruzione della Regione Calabria, l’imprenditrice Laura Miceli, 68 anni, di Spilinga (Vv), Antonio Tolomeo, 40 anni, di Catanzaro, componente la commissione incaricata alla vigilanza in relazione al “Finanziamento di Piani di investimenti produttivi” e Deborah Valente, 50 anni, cosentina di nascita, ma residente a Tropea (VV). Sotto inchiesta anche la Baia d’Ercole con sede a Ricadi, di proprietà di Laura Miceli.

Soffiate su bandi in via di pubblicazione, ma anche avvisi confezionati su misura per assicurare agli eletti il punteggio più elevato nella percezione di fondi pubblici, ricevendo in cambio soggiorni gratuiti in villaggi turistici con pranzi inclusi e qualche incarico professionale. Con le accuse, a vario titolo, di corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Graziella Viscomi, dopo aver chiuso le indagini nel mese di febbraio, ha chiesto il rinvio a giudizio per cinque indagati, (quattro persone fisiche e una persona giuridica) coinvolti nell’inchiesta “E’ dovere”, scattata il 9 ottobre dell’anno scorso, che ha portato le Fiamme Gialle all’esecuzione di due misure cautelari agli arresti domiciliari. Si tratta di Maria Gabriella Rizzo, 57 anni, di Catanzaro, ex responsabile anticorruzione della Regione Calabria, l’imprenditrice Laura Miceli, 68 anni, di Spilinga (Vv), Antonio Tolomeo, 40 anni, di Catanzaro, componente la commissione incaricata alla vigilanza in relazione al “Finanziamento di Piani di investimenti produttivi” e Deborah Valente, 50 anni, cosentina di nascita, ma residente a Tropea (VV). Sotto inchiesta anche la Baia d’Ercole con sede a Ricadi, di proprietà di Laura Miceli.

Viaggi gratis in cambio di favori. Per favorire l’imprenditrice, Rizzo in qualità di dirigente del settore dipartimento “Turismo, Beni culturali, Istruzione e Cultura, settore industria alberghiera” e Tolomeo dirigente di settore avrebbero compiuto, in più di un’occasione, atti contrari alla funzione pubblica rivestita. In particolare, entrambi, nell’avviso pubblico della Regione relativo al“ Miglioramento e ampliamento delle strutture ricettive esistenti”, avrebbero adottato provvedimenti tesi alla liquidazione del Sal finale (Stato avanzamento lavori) in favore della Baia d’Ercole per un importo di 124.309,81 euro, mentre in relazione ad un altro bando, quello relativo a “Macchinari e Impianti”, Rizzo e Tolomeo avrebbero assicurato a Laura Miceli una costante consulenza finalizzata ad “istruire” l’imprenditrice sul contenuto della domanda di partecipazione e sulle modalità d’accesso. L’ex responsabile dell’anticorruzione, inoltre, avrebbe offerto una costante assistenza personale e privata tanto alla Miceli quanto ai suoi familiari, titolari di imprese operanti nel settore turistico, per garantire loro i fondi connessi ad avvisi pubblici, impegnandosi, inoltre, a confezionare bandi “su misura”. Per favori ricevuti dalla dirigente regionale, l’imprenditrice si sarebbe sdebitata garantendole soggiorni gratuiti in villaggi turistici o in hotel di sua proprietà dei suoi parenti, villaggi situati nel territorio Vibonese o a Firenze, con tanto di pranzi gratuiti e numerose regalie, comprese le casse di vino. A Tolomeo sarebbe stato offerto, secondo le ipotesi di accusa, un incarico professionale quale procuratore della Valentour srl di Deborah Valente, affittuaria di un ramo di azienda, gestore di mero fatto della ditta Baia d’Ercole e professionista incaricato della progettazione. Tolomeo, Miceli e Valente rispondono anche in concorso di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico. Secondo le ipotesi di accusa, Tolomeo e Valente pur sapendo che l’imprenditrice aveva già usufruito di benefici in regime di de minimis, avrebbero sbarrato nella domanda di concorso la casella relativa alla mancata fruizione dei benefici, consentendo a Miceli i finanziamenti relativi al bando “macchinari e impianti”, formando un atto ideologicamente falso. Adesso la parola passa al gup Paola Ciriaco, che nel contraddittorio tra accusa e difesa ( rappresentata da legali Salvatore Staiano, Francesco De Luca, Luigi Sciumbata, Alessio Colistra e Anna Maria Grazia Sodano), deciderà se accogliere o meno la richiesta avanzata dalla Procura di mandare a processo gli indagati.

Calabria 7

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