Centrodestra calabrese, la scelta di Ferro governatore è piena di conseguenze

di Danilo Colacino – La Calabria come la Puglia nel 2010 e 2015, relativamente alle candidature alla carica di governatore del centrodestra. La sensazione infatti è che tra Forza Italia da una parte e la Lega dall’altra non si troverà la quadra e dunque la coalizione non andrà unita alle elezioni per il rinnovo dell’assemblea di Palazzo Campanella. Un concetto che peraltro andiamo ripetendo dall’ormai lontano 9 marzo scorso, quando sostenemmo che il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha – seppur indirettamente – fatto aleggiare sugli alleati (o forse già ex tali) lo spettro di una replica dell’aggregazione gialloverde in salsa calabrese. Ecco allora che i vertici di Fratelli d’Italia, capendo l’antifona, hanno mollato gli ormeggi forzisti e, pur di andare al potere in Regione, hanno obbedito al diktat salviniano. Anzi – intuendo il rifiuto irremovibile del procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, che il numero uno del Viminale avrebbe voluto al decimo piano della Cittadella in quota Lega – hanno fatto assai di meglio nella loro ottica e piazzato la bandierina con la sponsorizzazione di Wanda Ferro. Una deputata di Fdi – che al termine di un lungo percorso nelle fila delle maggiori sigle del centrodestra come Alleanza Nazionale, Popolo delle Libertà e la stessa Fi – ha sposato il progetto dei vecchi colleghi di partito nelle fila di An Ignazio La Russa e Giorgia Meloni appunto.

La leader Meloni e il de profundis intonato sul centrodestra tradizionale dai microfoni di ‘Porta a Porta’. La pasionaria Giorgia, anche se lei molto probabilmente non apprezzerebbe l’appellativo, ha di fatto dato il benservito al Cav – pur non dicendolo espressamente – davanti a un Bruno Vespa ‘ingolosito’ dalla dichiarazione netta, roboante e  soprattutto in anticipo rispetto alle altre ‘tribune politiche’. “Il centrodestra come lo abbiamo conosciuto – ha sentenziato la Meloni – non esiste più”. Da adesso in avanti sarà un’altra cosa, quindi. E  una volta tanto la Calabria è arrivata prima fra tutte le altre realtà nel testare il nuovo matrimonio fra soggetti sovranisti. Una Santa Alleanza che, numeri dei sondaggi alla mano, varrebbe un successo in carrozza.

La leader Meloni e il de profundis intonato sul centrodestra tradizionale dai microfoni di ‘Porta a Porta’. La pasionaria Giorgia, anche se lei molto probabilmente non apprezzerebbe l’appellativo, ha di fatto dato il benservito al Cav – pur non dicendolo espressamente – davanti a un Bruno Vespa ‘ingolosito’ dalla dichiarazione netta, roboante e  soprattutto in anticipo rispetto alle altre ‘tribune politiche’. “Il centrodestra come lo abbiamo conosciuto – ha sentenziato la Meloni – non esiste più”. Da adesso in avanti sarà un’altra cosa, quindi. E  una volta tanto la Calabria è arrivata prima fra tutte le altre realtà nel testare il nuovo matrimonio fra soggetti sovranisti. Una Santa Alleanza che, numeri dei sondaggi alla mano, varrebbe un successo in carrozza.

Il percorso di Forza Italia. Gli azzurri, però, tirano dritto come un treno in piena corsa e tengono fede all’indicazione di Mario Occhiuto, attuale sindaco di Cosenza, in competizione per l’ambita presidenza. Un muro contro muro, di conseguenza, con leghisti e loro aficionados, che di fatto spacca lo schieramento

Il paradosso della vittoria data per sicura. Che a seppellire lo schema invalso nel ‘centrodestra old style’ fino alla chiamata alle urne per il rinnovo del Governo nel 2018 non siano di certo le regionali calabresi è chiaro come il sole. La leadership del Cav appare ormai logora e, come noto, dalla nave che affonda si fanno calare decine di scialuppe per allontanarsene il più possibile. Ma al di là del ‘Ciaone a Silvio’, in Calabria non pochi problemi sono sorti quando è sembrato palese che la scelta dell’aspirante governatore si sarebbe tradotta in una sorta di nomina del medesimo designato con la sola formalità, nel caso di specie, del voto. Una sorta di sbornia collettiva che ha picchiato in testa a tutti, accrescendo aspirazioni e appetiti prima sopiti o comunque assai meno voraci.

L’incoronazione della Lady…di Ferro e la delusione di chi parrebbe proprio definitivamente tagliato fuori, malgrado anelasse ad accasarsi ai piani alti della Cittadella. Se lo scontro in Calabria diventasse lacerante come quello tra i dominus di un tempo nel Tacco dello Stivale Adriana Poli Bortone e Raffaele Fitto – consumatosi rispettivamente dieci e cinque anni fa, ovvero nei mesi precedenti a due importanti tornate elettorali – il centrodestra locale corre il rischio di fare harakiri. Un clamoroso autogol, insomma, che farebbe gettare alle ortiche una affermazione sulla carte schiacciante o comunque abbastanza agevole. Ma il rischio c’è, considerato che l’ipotesi Ferro frustrerebbe in un sol colpo le velleità del primo cittadino di Catanzaro Sergio Abramo – per la verità sempre più lontano da un possibile governatorato – e del suo omologo cosentino Occhiuto tuttavia non degli aielliani (fedelissimi alle posizioni dell’ex senatore Piero Aiello) – peraltro mai del tutto organici a Forza Italia – che ci risulta all’ipotesi di Wanda Presidente… strizzerebbero l’occhio. Eccome.

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