Conte e Santelli: “Calabresi armatevi e partite”

(G. C.) Oggi dopo oltre 70 giorni di chiusura, la fase 2 entra chiaramente nel vivo, con l’ apertura della maggior parte delle attività commerciali rimaste chiuse dal lockdown imposto dal Governo.
Apriranno, dunque, al pubblico, centri commerciali, bar, pub, ristoranti, pizzerie, tutti i negozi di abbigliamento, estetiste e parrucchieri.

Apriranno, dunque, al pubblico, centri commerciali, bar, pub, ristoranti, pizzerie, tutti i negozi di abbigliamento, estetiste e parrucchieri.

Rimandati, invece, alla prossima settimana le aperture di piscine e palestre. Cinema e teatri apriranno , invece, i battenti per la metà di giugno. Ma l’ apertura delle attività commerciali coincide di fatto, anche, con la potenziale ripartenza economica del paese in seguito alla recessione dei dati economici provocati dalla pandemia. Obiettivo, quindi, è valutare l’ efficacia delle misure economiche varate dall’ attuale maggioranza di governo durante questi due mesi di lockdown.
Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, di conseguenza , i dati epidemiologici che verranno fuori saranno tanto importanti quanto quelli economici.
Se, “Nessuno resterà indietro” , questa è la promessa fatta dal Presidente Conte, ci sarà da valutare da qui al 31 dicembre, effettivamente, quante imprese e partite Iva cesseranno la propria attività nel 2020 e quanti da qui a fine mese non riapriranno più.
Il quadro economico che si prospetta, è letteralmente allarmante, secondo le proiezioni delle associazioni di categoria datoriali , alcune di loro prevedono la chiusura di almeno il 30% di aziende sul territorio italiano con un incidenza maggiore nelle regioni del depresso sud, Calabria su tutte.
Ciò che balza agli onori della cronaca è che per l’ ennesima volta viene corrisposto l’ onere di risollevare le sorti economiche del paese ai milioni di imprenditori e lavoratori dipendenti i quali ad oggi, dopo le misure varate e le promesse fatte non hanno ricevuto e non riceveranno nemmeno nel breve i tanto strombazzati aiuti.
La realtà è che milioni di partite Iva e milioni di lavoratori saranno chiamati ad una missione difficile in condizioni estremamente difficili, sicuramente senza aiuti, di conseguenza senza armi a disposizione.
Le misure da destinare alle aziende e le casse integrazioni ai lavoratori rimangono e molto probabilmente rimarranno solo una chimera per i tanti che ne hanno diritto .
Se da un lato c’ é un Italia che lotta, rischia ed è disposta a tutto, anche ad indebitarsi pur di farcela e di sviluppare il proprio business, c’ è anche un’ Italia del tutto inetta e ferma al palo.
In due parole l’ Italia della burocrazia e della politica, due facce della stessa medaglia che hanno contribuito e stanno continuando a contribuire ed essere protagonisti del declino socio economico del paese, ritardando interventi, non attuando leggi, varando misure inconsistenti. La Calabria, nonostante la Governatrice si mostri in pubblico come l’ eroina dei contagi “zero”,e del miracolo economico, (quale ci viene da chiederci? ) ripercorre a false righe il cammino dei suoi colleghi “romani”.
Ma al peggio, in Calabria, non c’è e certamente non ci sarà mai fine. In 70 anni di legislatura regionale, c’ è da sottolineare che dal pressapochismo Oliveriano a quello della Santelli il passo è estremamente breve, passando per tutti i predecessori, oggi caduti nel dimenticatoio, che hanno segnato tutti indistintamente e negativamente le sorti della nostra regione. Oggi più che mai ne tocchiamo con mano i danni fatti e le cose non fatte.
Dall’1 aprile ad oggi sono state battezzate nell’ usuale pompa magna tipica della politica calabrese le misure “Riparti Calabria” dall’assessore Orsomarso, successivamente in seguito al disappunto delle associazioni di categoria circa il contenuto delle misure prospettate, ritenute la copia di quelle del governo centrale, si è passati al “Riapri Calabria” e “Lavora Calabria” rispettivamente contributi a fondo perduto erogati a titolo di ristoro per lo stop subito e incentivi all’ occupazione per mantenerne i livelli pre crisi.
Uno stravolgimento rispetto al Riparti Calabria ma che ad oggi giorno di ripartenza per il tessuto economico fragile della nostra regione non hanno visto la luce nemmeno i bandi di partecipazione alle due misure pubblicizzate.
Ritardi su ritardi che rischiano ancora una volta di penalizzare e far retrocedere sempre più giù la Calabria, già tanto penalizzata rispetto ad un centro nord e a tratti da un certo sud più evoluto e sviluppato.
Oggi, giorno di rinascita e di ripartenza potrebbe segnare invece l’ inizio della fine per la nostra regione sempre più priva di indirizzo e di programmazione da parte di una politica che in questi due mesi ha pensato solo ad autoalimentarsi riempiendo le strutture consiliari a fior di milioni di euro anziché sforzarsi di programmare una sana rinascita e una vera ripartenza.
Sono stati mesi difficili e ci aspetteranno mesi altrettanto duri, con la speranza che l’ insegnamento avuto o che riusciremo a trarre ci dia la vera e giusta consapevolezza su ciò che ci circonda e che determina attraverso le scelte il nostro futuro e quello, ancora oggi più prezioso, dei nostri figli.

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