Coronavirus, a Pasqua potrà dire messa prete multato di Cosenza

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Potrà dire messa, domani, giorno di Pasqua, don Domenico Cirigliano, il parroco di Rocca Imperiale, centro dell’Alto Ionio Cosentino, che era stato multato e  messo in quarantena per aver portato in processione solitaria, il Cristo, nel giorno della ricorrenza della locale e secolare Festa del Crocifisso.

Lo rende noto, in un comunicato, esprimendo la sua soddisfazione, il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, che riferisce di averlo appreso dallo stesso sacerdote. “Non sapevo della quarantena. L’ho appreso direttamente – spiega – da don Domenico che ho risentito di nuovo questa mattina e che ho trovato più sereno rispetto ai giorni scorsi quando mi aveva invece manifestato tutto il suo dolore e la sua tristezza per quanto accaduto e da lui fatto in assoluta buonafede”. Il sacerdote, riferisce Corbelli, ha avuto l’autorizzazione, da parte dei carabinieri e del sindaco, solo giovedì sera.

Lo rende noto, in un comunicato, esprimendo la sua soddisfazione, il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, che riferisce di averlo appreso dallo stesso sacerdote. “Non sapevo della quarantena. L’ho appreso direttamente – spiega – da don Domenico che ho risentito di nuovo questa mattina e che ho trovato più sereno rispetto ai giorni scorsi quando mi aveva invece manifestato tutto il suo dolore e la sua tristezza per quanto accaduto e da lui fatto in assoluta buonafede”. Il sacerdote, riferisce Corbelli, ha avuto l’autorizzazione, da parte dei carabinieri e del sindaco, solo giovedì sera.

“Potrà lasciare la sua abitazione – dice – che dista 4 km da Rocca Imperiale, e recarsi nella Chiesa del paese dell’Alto Ionio per la celebrazione delle funzioni religiose, naturalmente da solo e senza fedeli. Potrà così celebrare domani la santa messa di Pasqua. Sarebbe stato un fatto ancora più assurdo e assolutamente inaccettabile se gli fosse stato impedito finanche questo esercizio spirituale. Resta la grande ingiustizia che ha subito per aver, perpetuando un’antica tradizione e Festa religiosa, che va avanti, nel  centro dell’Alto Ionio cosentino, dal 30 marzo 1691, portato in processione il Crocifisso, contravvenendo  – conclude – alle disposizion  in materia di sicurezza per l’emergenza coronavirus”.

Redazione Calabria 7

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