Coronavirus, la storia di Daniele. Uno scatto per raccontare il virus

Quel selfie da un letto del rianimazione dell’ospedale San Jacopo di Pistoia aveva commosso tutti. Uno dei tanti scatti postati su Facebook che raccontano la sofferenza di chi risulta positivo al Covid. Lui, Daniele Delpin, imprenditore poco più che cinquantenne,  come racconta Repubblica, era piombato all’improvviso nell’incubo. E aveva paura. Gli avevano diagnosticato una polmonite bilaterale, e siccome non respirava da solo lo avevano attaccato all’ossigeno. “Non succede niente – scriveva il 25 febbraio – ma se succedesse vorrei salutare tutti prima e che ce l’ho messa tutta per essere una brava persona con tutti i miei limiti e difetti e mi scuso con chi non ci sono riuscito. Ora ha da passa’ la nuttata”.
Quel selfie da un letto del rianimazione dell’ospedale San Jacopo di Pistoia aveva commosso tutti. Uno dei tanti scatti postati su Facebook che raccontano la sofferenza di chi risulta positivo al Covid. Lui, Daniele Delpin, imprenditore poco più che cinquantenne,  come racconta Repubblica, era piombato all’improvviso nell’incubo. E aveva paura. Gli avevano diagnosticato una polmonite bilaterale, e siccome non respirava da solo lo avevano attaccato all’ossigeno. “Non succede niente – scriveva il 25 febbraio – ma se succedesse vorrei salutare tutti prima e che ce l’ho messa tutta per essere una brava persona con tutti i miei limiti e difetti e mi scuso con chi non ci sono riuscito. Ora ha da passa’ la nuttata”.
Ma la “nuttata” non è bastata. Daniele sta ancora male e ha postato un’altra foto sul suo profilo Facebook. Stavolta a pancia in giù, ma sempre “avvolto” dai tubi delle macchine che lo aiutano a respirare. “Sono ancora in terapia intensiva, questi polmoni ancora non vogliono ripartire da soli”.
Sono tantissimi i messaggi arrivati dopo il primo post, ma in questi giorni Daniele ha tenuto il telefono spento e li ha visti solo adesso. Non può rispondere a tutti singolarmente, ma dentro le parole di amici e sconosciuti ha trovato la forza per andare avanti. “Non mollo. Grazie di cuore a tutti! Un grazie speciale alle donne e agli uomini della Pubblica Assistenza di Pescia , alle donne e agli uomini del pronto soccorso San Jacopo, del reparto ospedaliero e ai fantastici angeli della terapia intensiva. Attenzione, professionalità e umanità: eccellenza tutta italiana. Stasera ho meno paura”.

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