Escalation criminale “incendia” le cittadine del Tirreno cosentino: Diamante, Scalea e Cetraro le piazze più “calde”

In attesa della risposta dello Stato, il pugno di ferro dei clan che vogliono governare il territorio fa paura e le denunce sono pochissime

Diamante come Scalea e Cetraro sono diventate negli ultimi anni delle piazze molto “calde” per la presenza di clan pericolosissimi che “governano” il territorio con il pugno di ferro imponendo il pagamento del “pizzo “ ad operatori turistici e ai titolari di Aziende di autolinee. Gli stessi amministratori, negli anni scorsi, sono finiti nel mirino della criminalità organizzata. Ne sanno qualcosa sia il sindaco Ernesto Magorno che il vice sindaco Pino Pascale. Nonostante le ripetute intimidazioni nessun imprenditore ha reagito denunciando le vessazioni di cui è vittima.

Dopo l’ultimo incendio, molto probabilmente di natura dolosa, che ha divorato lo stabilimento balneare “Le Sirene” si spera che qualche imprenditore coraggioso denunci per fermare questa escalation di violenza mirata che sta mettendo in ginocchio l’intera economia del litorale del basso Tirreno cosentino.

Dopo l’ultimo incendio, molto probabilmente di natura dolosa, che ha divorato lo stabilimento balneare “Le Sirene” si spera che qualche imprenditore coraggioso denunci per fermare questa escalation di violenza mirata che sta mettendo in ginocchio l’intera economia del litorale del basso Tirreno cosentino.

Sentiti al telefono sia il sindaco Magorno che il suo vice Pascale hanno assicurato la massima attenzione istituzionale. Prima di pronunciarsi ufficialmente sull’incendio dello stabilimento balneare “Le Sirene” aspettano di sapere dagli inquirenti se è di natura dolosa. “Stiamo aspettando – ha affermato il vice sindaco Pascale – di conoscere come sono andate realmente le cose. Abbiamo già provveduto ad esprimere la nostra solidarietà ai proprietari della struttura turistica. Per il momento non possiamo andare oltre. Una cosa è certa. Se l’incendio dovesse essere di natura dolosa ci comporteremo come abbiamo fatto in passato. La prima cosa che faremo cercheremo di aiutare concretamente la famiglia Guaglianone per ricostruire la struttura che è andata completamente distrutta. Si parla di ingentissimi danni che sono in via di quantificazione. La nostra attenzione attenzione è massima. Siamo in continua collaborazione con le Forze dell’Ordine che stanno facendo un lavoro encomiabile sul fronte della sicurezza e l’ordine pubblico”.

Nel recente passato Diamante è rimbalzata agli onori della cronaca per l’incendio, molto probabilmente di natura dolosa, di alcuni pullman della ditta Preite. Atti intimidatori anche nei confronti del primo cittadino Magorno e del suo vice Pascale. I due amministratori sono stati minacciati pesantemente. Sempre a Diamante sono stati sabotati i serbatoi dell’acquedotto gestiti dalla Sorical. Anche a Scalea altri operatori turistici sono finiti nel mirino delle ‘ndrine che operano nel basso Tirreno cosentino. L’episodio più eclatante è stato il raid incendiario che ha mandato in fumo il Lido balneare “Da Pietro”. In quell’occasione il sindaco Giacomo Perrotta, a sua volta vittima di una pesante intimidazione, ha chiesto al prefetto di Cosenza la convocazione del Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza. Nonostante le rassicurazioni dei rappresentanti istituzionali le cittadine del basso Tirreno cosentino restano n balia di organizzazioni criminali che non sono secondi a nessuno per ferocia e determinazione a delinquere. Criminali di serie “A” che andrebbero arrestati e tenuti in cella. Le Forze dell’Ordine stanno facendo il loro dovere con grande impegno e sacrificio. Forse non basta perché occorrerebbero più uomini e mezzi.

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