Governo-Santelli-sindaci: la politica gioca sulla pelle dei calabresi

di Alessandro Manfredi – Calabria sulle prime pagine dei giornali e dei tg nazionali, con annesso approfondimento su Rai, La 7, Mediaset, Sky ed il governatore Jole Santelli di passaggio da “Porta a Porta”, “Diritto e Rovescio” e “Tagadà”.

Insomma, mai tanta attenzione contemporaneamente per una regione citata troppo spesso da brutto esempio, tanto da averne etichetta incollata e pregiudizio inarrestabile. Tutto questo perché, il governatore Jole Santelli ha emesso un’ordinanza che anticipa il Dpcm del premier Giuseppe Conte, decretando l’avvio della Fase 2 qualche giorno prima dei tempi indicati e con un mese di anticipo relativamente all’apertura di ristoranti e bar, anche se solo all’aperto.

Insomma, mai tanta attenzione contemporaneamente per una regione citata troppo spesso da brutto esempio, tanto da averne etichetta incollata e pregiudizio inarrestabile. Tutto questo perché, il governatore Jole Santelli ha emesso un’ordinanza che anticipa il Dpcm del premier Giuseppe Conte, decretando l’avvio della Fase 2 qualche giorno prima dei tempi indicati e con un mese di anticipo relativamente all’apertura di ristoranti e bar, anche se solo all’aperto.

E così è nata la Santelli mania, passando da “Porta a porta”, metaforicamente da una parte all’altra, dal rigore alla massima elasticità, proseguendo nel suo schiaffeggiare di “Diritto e Rovescio”, la faccia del premier e del suo governo. Ed infine, resistendo alle minacce dell’esecutivo nazionale, ignorando la quasi totalità dei sindaci, che hanno emesso immediate ordinanze a cancellare e rendere nulla la sua, la Santelli ha con grande determinazione portato tutti, governo, sindaci e cittadini calabresi, a fare un giro gratis sul “Tagadà”, una giostra divertente, che tuttavia ti può scombussolare lo stomaco, se non sei forte abbastanza ad afferrar maniglia per tenerti saldo, che a farlo bene ci si diverte pure.

Non si entra in merito di ragioni, anche perché Jole Santelli non può essere matta, anzi, è un avvocato. Se ha emesso da presidente della Giunta regionale ordinanza simile, alterando il Dpcm, avrà di certo la certezza della legittima applicazione della stessa. Non possiamo credere ad un atto sprovveduto ed illegittimo del governatore calabrese, perché se davvero si rivelasse essere senza fondamento giuridico, la Santelli avrebbe di fatto proceduto a violare la Costituzione italiana ed avrebbe messo a rischio i cittadini calabresi esponendoli ad una maggiore probabilità di contagio al Covid. Questo, cari lettori, è “reato”. Ci sono stati sindaci calabresi che non si sono opposti all’ordinanza della Santelli e l’hanno applicata, dunque, l’hanno resa in essere. Ora, tralasciando l’aspetto sulla violazione della Costituzione, con la Santelli che in autonomia e per sua diretta responsabilità avrebbe determinato una misura applicativa sul territorio abusando del suo ruolo, focalizziamo l’attenzione sull’aspetto della salute pubblica.

Quanto fatto dal governatore della Calabria, essendo stato applicato in alcuni comuni, vedi Cosenza, dove alcuni bar e ristoranti hanno aperto, potrebbe rientrare nelle ipotesi di pericolo concreto, facente parte del reato contro la salute e l’incolumità pubblica, il reato di strage e di disastro ambientale. In questi casi il giudice sarà chiamato ad accertare se il bene tutelato dall’ordinamento (la salute pubblica, l’integrità fisica e così via) sia stato concretamente messo in pericolo dalla condotta dell’agente oppure no. L’agente è ovviamente la Santelli, che potrebbe aver agito anche solamente provocando un pericolo astratto o pericolo presunto, caso che sanziona la condotta illecita, anche se il bene tutelato dalla legge non è messo concretamente in pericolo, basta che il colpevole ponga in essere la condotta descritta dalla norma. Nei reati di pericolo il bene giuridico oggetto della norma non è concretamente leso, ma è di fatto messo a rischio dalla condotta dell’agente.

Dunque, se la Santelli, così come sostiene il governo nazionale, ha commesso un abuso, poiché non legittimata a “superare” con sua legge un Dpcm, sarebbe certamente indagata, poiché in stato di pandemia e di conseguente emergenza, ogni determinazione emanata in favore della tutela della salute pubblica non può metterla a rischio o creare condizioni che aumentino la possibilità di contagio al virus, esponendo i cittadini a tale prospettiva. E tale reato, qualora fosse stato commesso e venisse contestato e poi sentenziato come illegittimità acclarata, se compiuto per pressione politica romana, finalizzata a sovvertire l’equilibrio e l’esistenza stessa del governo, speculando di fatto sulla salute pubblica per fini meramente politici e di partito, la situazione, moralmente parlando, sarebbe ancor più grave.

Pertanto, si è sempre più convinti, considerati i gravi rischi di reato, che Jole Santelli, si ribadisce di professione avvocato, non possa essere scivolata su una simile azione illegittima. Tuttavia, il governo nazionale rivendica come valide le misure del Dpcm, informando i calabresi, attraverso tv e web, che l’ordinanza del governatore della Calabria sarà impugnata, poiché illegittima. Molti sindaci l’hanno resa invalidata con le loro ordinanze, dall’alto di massima autorità in ambito sanitario di un Comune. Ma anche qui è da capire quanto sia legittima l’ordinanza dei Primi Cittadini. Alla pratica, tra governo, Santelli e sindaci qualcuno deve aver abusato del suo potere ed essendo tutte decisioni soggettive a nome e sulla pelle del popolo italiano, qualcuno dovrà per forza assumersi delle responsabilità.

E’ solo uno scontro politico? Non è una giustificazione, anzi, se la politica proseguisse sul binario percorso negli ultimi decenni dall’Italia, fin qui mediocre e corrotta, e riprendesse la strada dell’interesse particolare anteposto a quello dei cittadini, i politici tutti rimangano ben consapevoli che in tempo di Coronavirus non si può più giocare. C’è un filo sottile che tiene appeso l’equilibrio sociale, dopo appena due mesi di pandemia. Durerà per mesi, forse oltre un anno e non abbiamo certezze su come andranno le cose. Perché se c’è una cosa che il Covid ha spazzato via è proprio la certezza. Ci sono momenti nella storia dell’umanità che lasciano segni indelebili e che impongono un destino prestabilito alle future generazioni. Ecco, il tempo del Coronavirus è uno di quei momenti. Ed allora, ad eventuali politici malati di potere e protagonismo si consiglia di essere altamente responsabili delle loro azioni. Non è più il gioco di chi è più bello, più social e più seguito. La storia insegna che il passaggio da seguiti ad inseguiti, a volte, è solo un attimo.

Redazione Calabria 7

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