I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro, su disposizione della locale Procura della Repubblica, hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo ai fini della confisca di 70.500 euro emesso dal giudice per le indagini preliminari Paola Ciriaco, nei confronti di un medico dell’azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro.
Indagato per abuso d’ufficio per essersi indebitamente assentato, in molte occasioni, dal posto di lavoro, quest’ultimo ha maturato in tre anni numerose assenze ingiustificate, regolarmente retribuite ma mai recuperate. L’indagine fa caso al triennio 2014-2016, periodo in cui il dirigente medico ricopriva l’incarico di direttore di struttura semplice dell’ospedale catanzarese, prima di diventare direttore di una struttura operativa complessa dell’ospedale Pugliese-Ciaccio. Dirette dal pm Stefania Paparazzo, con il coordinamento del procuratore aggiunto Giancarlo Novelli, e del procuratore della repubblica Nicola Gratteri, le indagini hanno consentito di accertare che il medico, pur presentandosi regolarmente in servizio, svolgeva un turno di lavoro quasi sempre inferiore a quello d’obbligo.
Indagato per abuso d’ufficio per essersi indebitamente assentato, in molte occasioni, dal posto di lavoro, quest’ultimo ha maturato in tre anni numerose assenze ingiustificate, regolarmente retribuite ma mai recuperate. L’indagine fa caso al triennio 2014-2016, periodo in cui il dirigente medico ricopriva l’incarico di direttore di struttura semplice dell’ospedale catanzarese, prima di diventare direttore di una struttura operativa complessa dell’ospedale Pugliese-Ciaccio. Dirette dal pm Stefania Paparazzo, con il coordinamento del procuratore aggiunto Giancarlo Novelli, e del procuratore della repubblica Nicola Gratteri, le indagini hanno consentito di accertare che il medico, pur presentandosi regolarmente in servizio, svolgeva un turno di lavoro quasi sempre inferiore a quello d’obbligo.
Il medico ha accumulato 1.804 ore di assenza ingiustificata, oltre 47 settimane lavorative.
Le strutture amministrative dell’azienda avevano avvisato lo specialista dell’ingente debito orario senza, però, ottenere risultati. Le prestazioni lavorative non eseguite, regolarmente retribuite per circa 70.500 euro, hanno provocato un ingente danno all’azienda ospedaliera. Il sequestro, eseguito sui conti correnti del medico indagato, ha riguardato gli stipendi indebitamente guadagnati dallo specialista.
Sono in corso approfondimenti anche sulle strutture dirigenziali dell’azienda ospedaliera, con l’obiettivo di individuare eventuali responsabilità in capo ai superiori gerarchici del medico, per non aver impedito le sue condotte assenteistiche.
Redazione Calabria 7