Sia la Regione Calabria che il Comune di Crotone hanno deciso di costituirsi parte civile nel procedimento penale denominato “Glicine Acheronte”. La giunta comunale pitagorica lo ha deliberato ufficialmente dando mandato al settore avvocatura di procedere per individuare un legale del libro foro cui conferire l’incarico ai fini della tutela degli interessi dell’ente, avuto riguardo alle condotte contestate a carico della pluralità di indagati per i reati nei quali l’ente è stato individuato quale persona offesa.
In precedenza identica decisione era stata adottata dalla Regione Calabria. L’inchiesta Glicine, tra i 126 imputati, vede infatti tra gli indagati anche gli ex amministratori della Cittadella di Catanzaro. Il governatore, Roberto Occhiuto e l’esecutivo regionale hanno quindi avviato tutte le pratiche per la costituzione di parte civile. L’istanza verrà presentata il 6 maggio alla gup del Tribunale di Catanzaro, Sara Merlini, in occasione della prima udienza preliminare che si terrà nell’aula bunker di Lamezia Terme.
L’ente sarà rappresentato dall’avvocato Nicola Greco.
L’operazione “Glicine”
Con l’operazione Glicine-Acheronte scattata il 27 giugno 2023 con 43 misure cautelari eseguite dai carabinieri del Ros, la Dda di Catanzaro si disse convinta di aver disarticolato una presunta associazione a delinquere dedita a commettere “delitti contro la pubblica amministrazione”. Sotto la lente degli inquirenti è finito, su tutti, l’ipotetico comitato d’affari di cui avrebbero fatto parte l’ex presidente della Regione, Mario Oliverio, e gli ex consiglieri regionali Vincenzo Sculco, Sebi Romeo, Nicola Adamo assieme a Giancarlo Devona, ex assessore del Comune di Crotone e già braccio destro di Oliverio, che avrebbero utilizzato le istituzioni pubbliche per fini elettorali attraverso l’affidamento degli appalti ad aziende amiche.