L’allarme della Dia: “Le mafie inquinano gli appalti già dalla stesura del bando”

Secondo la Dia, le mafie “si presentano sulla scena imprenditoriale come organizzazioni dinamiche, capaci di proporsi in modo attrattivo verso soggetti senza scrupoli, salvo poi esercitare subdole forme estorsive"
mafie appalti

Le imprese mafiose tentano “l’inquinamento delle procedure di gare pubbliche già dalla fase di stesura del bando mediante varie forme di connivenza con funzionari pubblici. Le tecniche di penetrazione possono concretizzarsi già nella fase di programmazione e di progettazione delle opere pubbliche mediante una mirata azione corruttiva dei funzionari della stazione appaltante e dei tecnici/professionisti incaricati”. A lanciare l’allarme è l’ultima relazione semestrale al Parlamento della Dia, secondo cui “i tentativi di infiltrazione delle mafie nel settore degli appalti e dei lavori pubblici richiedono un’efficace azione di prevenzione delle istituzioni, finalizzata a rilevare per tempo ogni eventuale anomalia nell’ambito delle relative procedure di affidamento”.

La rotazione nell’affidamento degli appalti

La rotazione nell’affidamento degli appalti

“L’impresa che si aggiudica l’appalto – spiega la relazione – spesso realizza il progetto esecutivo confidando sin da subito sulle varianti da adottare in corso d’opera e sul conseguente accrescimento dei ricavi. Laddove non risulti possibile fruire di compiacenze che favoriscano l’inserimento nella fase prodromica, i gruppi criminali sono soliti attivare forme di pressione estorsiva nei confronti delle aziende affidatarie dell’appalto, costringendole alla cessione dei servizi connessi ad aziende affiliate. E non mancano episodi in cui i diversi sodalizi mafiosi avrebbero stretto accordi volti ad attuare una rotazione di fatto nell’affidamento degli appalti pubblici tra le imprese affiliate, ottenute con offerte pilotate al maggior ribasso”.

L’adattamento delle mafie alle regole del mercato

Le mafie moderne “sono assimilabili a veri e propri trust societari” e “si presentano oggi sulla scena imprenditoriale come organizzazioni dinamiche, capaci di proporsi inizialmente in modo attrattivo verso soggetti senza scrupoli, salvo poi esercitare subdole forme estorsive finalizzate a depredare l’intero asset aziendale. Lo spirito di adattamento di queste organizzazioni alle regole di mercato e della finanza appare in continua evoluzione nella consapevolezza che l’immissione di capitali illeciti nei circuiti dell’economia sana consente di ottenere ulteriori e consistenti profitti”.

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