di Danilo Colacino – Mentre la Meloni pochissime ore fa ha parlato in tv delle elezioni in Calabria di domenica sera a Mattino Cinque, propugnando la tesi di un centrodestra che viaggia unito verso una vittoria in carrozza (secondo noi invece: verosimile il successo, assai meno la compattezza), in questi ultimi giorni di campagna elettorale a Catanzaro si prepara la resa dei conti. Quella definitiva.
Vi sono infatti tre candidati, che pur facendo naturalmente corsa per se stessi, sarebbero in linea teorica parte della medesima coalizione.
Vi sono infatti tre candidati, che pur facendo naturalmente corsa per se stessi, sarebbero in linea teorica parte della medesima coalizione.
Ma al contrario intenti a giocare una partita per loro decisiva, quasi una ‘guerra fratricida’, allo scopo di dimostrare chi ha più voti in città e potrà quindi essere legittimato a guidare i ‘processi futuri’ fra cui il probabile rinnovo del consiglio comunale.
A riguardo, il ragionamento è tutto incentrato sulla sfida tra Forza Italia e la Lega. Se a trionfare dovesse essere quest’ultima, però, Sergio Abramo (pur andato a rendere visita e omaggio al presidente degli azzurri Silvio Berlusconi in occasione della sua discesa in Calabria di ieri, come riportato da molti organi di stampa locale) potrebbe guadagnare tempo. E tanto, anche.
L’appuntamento con le urne in cima ai Tre Colli, a quel punto sarebbe dunque forse rinviato di parecchio, eccezion fatta per il rimpasto di Giunta ormai pronto e inderogabile all’indomani delle Regionali.
Ma se i numeri daranno invece ragione a Fi e al suo alfiere nel capoluogo, per Abramo potrebbe viceversa esserci un repentino ‘preavviso di sfratto’ con tre profili di candidati a succedergli già sondati da chi di competenza.
Si tratta di un giovane professionista, che in passato ha ricoperto un importante incarico pubblico (in pole); un imprenditore rampante e un giudice che avrebbe potuto essere in corsa per l’identico mandato poco meno di una decina d’anni fa dopo il forfait dell’allora primo cittadino in carica Michele Traversa.
Di sicuro per ora c’è che a Palazzo De Nobili molti ‘consiglieri-bostik’ (non di centrosinistra, come ovvio, nel caso di specie), malgrado gli ordini di scuderia, hanno preso malissimo la via delle…dimissioni coatte.
Tanto male, insomma, da dialogare addirittura con qualche altro maggiorente dello schieramento. Solo contatti informali per adesso, ma che dimostrano un ‘poltronismo’ (peraltro per una poltroncina…ina ina) oltre qualunque livello d’umana immaginazione.