di Mimmo Famularo – Il reddito di cittadinanza a Vibo Valentia e provincia finiva anche nelle tasche di ‘ndranghetisti sottoposti a misura cautelare per reati particolarmente gravi. Gente accusata di aver commesso estorsioni e rapine, violato le norme in materia di armi, spacciato e trafficato droga. All’Inps avevano inoltrato la domanda per ottenere il sussidio economico dello Stato omettendo di comunicare un piccolo dettaglio: avere qualche problema di troppo con la giustizia. A stanare i “furbetti” del reddito di cittadinanza è stata la Procura di Vibo guidata da Camillo Falvo che, al termine di articolate indagini condotte sul campo dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza e dalle Stazioni dei Carabinieri del Comando provinciale, ha individuato e denunciato ventitré persone che indebitamente percepivano il beneficio. Tra di loro, da quanto si apprende, c’erano anche esponenti di vertice delle locali di ‘ndrangheta sparse sul territorio. A loro e ad altri il personale della Sezione di Pg-Aliquota Carabinieri e Guardia di Finanza ha presentato il conto notificando il decreto di sequestro emesso dal Gip del Tribunale di Vibo Valentia.
Sequestro da 80 mila euro
Sequestro da 80 mila euro
Complessivamente i “furbetti” del reddito di cittadinanza dovranno restituire allo Stato oltre 80mila euro. La tecnica per ottenere il sussidio ed evadere i controlli era sempre la stessa: false dichiarazioni presentate all’atto della richiesta omettendo di comunicare le informazioni dovute e rilevanti ai fini dell’erogazione del beneficio. Qualcuno aveva persino dimenticato di comunicare di essere in stato di arresto o di fermo. Non potendo proseguire nelle attività illecite, aveva pensato di arrotondare con il reddito di cittadinanza. Non ha però fatto i conti con la Procura di Vibo che oggi ha presentato il conto. Tutte le somme indebitamente percepite dovranno adesso tornare nelle casse dello Stato per essere ridistribuite a chi ne ha per davvero bisogno.