Reddito di cittadinanza anche ad esponenti della ‘ndrangheta, altre 43 denunce a Vibo

Gli accertamenti delle fiamme gialle sono stati eseguiti mediante il riscontro delle informazioni dichiarate dai richiedenti
reddito di cittadinanza

I militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Vibo Valentia, nell’ambito delle funzioni di polizia economico-finanziaria a tutela del bilancio nazionale e nell’ambito della consolidata collaborazione con l’Inps, hanno avviato specifici controlli finalizzati a contrastare le condotte di indebita richiesta, percezione e/o fruizione di prestazioni sociali agevolate, individuando e segnalando all’Autorità Giudiziaria 43 soggetti per l’indebita percezione del reddito di cittadinanza. Tale sostegno economico, introdotto a decorrere dal mese di aprile 2019, quale misura di contrasto alla povertà, volta al reinserimento nel mondo del lavoro e all’inclusione sociale, spetta ai cittadini in possesso di specifici requisiti personali, reddituali e patrimoniali.

Il reddito di cittadinanza non può essere erogato a nuclei familiari i cui componenti siano sottoposti a misure cautelari o condannati per reati gravi. I mirati accertamenti svolti dalle fiamme gialle della Tenenza di Tropea sono stati eseguiti mediante il riscontro delle informazioni dichiarate in sede di autocertificazione da parte dei richiedenti, relative sia ai medesimi che a ciascun componente del nucleo familiare. I controlli hanno consentito di individuare 43 soggetti che, in prima persona o attraverso i propri familiari, hanno chiesto ed ottenuto dall’Inps il beneficio economico del reddito di cittadinanza, omettendo di dichiarare l’esistenza a loro carico di condanne (anche per associazione a delinquere di tipo mafioso).

Il reddito di cittadinanza non può essere erogato a nuclei familiari i cui componenti siano sottoposti a misure cautelari o condannati per reati gravi. I mirati accertamenti svolti dalle fiamme gialle della Tenenza di Tropea sono stati eseguiti mediante il riscontro delle informazioni dichiarate in sede di autocertificazione da parte dei richiedenti, relative sia ai medesimi che a ciascun componente del nucleo familiare. I controlli hanno consentito di individuare 43 soggetti che, in prima persona o attraverso i propri familiari, hanno chiesto ed ottenuto dall’Inps il beneficio economico del reddito di cittadinanza, omettendo di dichiarare l’esistenza a loro carico di condanne (anche per associazione a delinquere di tipo mafioso).

Affiliati alle cosche vibonesi tra i richiedenti

Tra i soggetti implicati figurano, tra gli altri, presunti esponenti affiliati alle cosche vibonesi, come Leonardo Melluso, 56 anni, considerato dagli inquirenti al vertice dell’omonima cosca di Briatico, già coinvolto nell’operazione “Costa Pulita”, Francesco La Rosa, 47 anni, ritenuto affiliato all’omonima cosca di Tropea, già condannato per il reato previsto dall’articolo 416 bis C.P., Gaetano Muscia, 57 anni, presunto affiliato alla cosca Mancuso di Limbadi, già coinvolto nell’operazione “Ossessione”, Pasquale Accorinti, 52 anni, considerato affiliato alla cosca La Rosa di Tropea, già coinvolto nell’operazione “Cerbero”, Raffaele Pardea, 63 anni, presunto affiliato alla cosca Pardea-Ranisi di Vibo Valentia e Francesco Gasparro, 51 anni, ritenuto affiliato allo cosca Accorinti di Zungri, già implicati nell’operazione “Rinascita Scott”.

Le persone coinvolte sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, guidata dal procuratore Camillo Falvo. L’importo complessivo delle somme indebitamente percepite e, quindi, segnalate alla magistratura e all’Inps per il recupero, la revoca del beneficio, ammonta a 225mila euro.

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