Nell’entroterra catanzarese non si sono spente le storiche tradizioni natalizie.
A Marcedusa Borgo rurale di origine arbereshe, queste rivivono all’insegna dello stare insieme e dei sapori rurali del passato. Proprio il concetto arbereshe di GJITONIA diventa elemento centrale: il vicinato, quel luogo sociale in cui si sviluppano profonde relazioni e legami, condivisione e solidarietà. Stare e cenare insieme attorno alla Focara (termine dialettale che indica un falò di legna da bruciare) creando cumuli di fascine e dargli fuoco la sera della vigilia di Natale e Capodanno. Stando vicini, riscaldandosi nella Piazza Municipio, quella principale del paese tra Comune, Chiesa, Posta, Palazzi storici e antichi “vineddi”.
A Marcedusa Borgo rurale di origine arbereshe, queste rivivono all’insegna dello stare insieme e dei sapori rurali del passato. Proprio il concetto arbereshe di GJITONIA diventa elemento centrale: il vicinato, quel luogo sociale in cui si sviluppano profonde relazioni e legami, condivisione e solidarietà. Stare e cenare insieme attorno alla Focara (termine dialettale che indica un falò di legna da bruciare) creando cumuli di fascine e dargli fuoco la sera della vigilia di Natale e Capodanno. Stando vicini, riscaldandosi nella Piazza Municipio, quella principale del paese tra Comune, Chiesa, Posta, Palazzi storici e antichi “vineddi”.
Spesso attorno alla Focara l’atmosfera è dettata da musica folkloristica antica, tra tarantelle e canti del passato si balla e si canta con senso di appartenenza e di comunità. Altra peculiarità è il riunirsi in numerosi gruppi nei pranzi. E, in particolare, nelle cene di vicinato, anche attorno alla Focara in maniera spontanea, caratterizzate da prodotti enogastronomici tipici dell’entroterra calabrese, quella marcedusana è una cucina semplice derivata dai prodotti della terra: olio, farina, verdure di campo.
Diversi sono i piatti da sempre realizzati e oggi riprodotti con tendenze caratteristiche.
Pasta fatta in casa (mperrettati, gnocculi, taglierini);; fave con frittole; cicorie e patate; crucetti e fichi intrecciati cotti al forno; grano cotto; olio olive secondo i vari modi di preparazione; funghi raccolti nelle campagne (feruliti); prodotti derivati dall’allevamento del maiale (suffrittu, frittole, capocolli, salsicce, soppressate); tiana di baccalà prodotti derivati dell’allevamento di pecore e capre (formaggio pecorino, ricotte, juncata); dolci (crespelle, pittanchiuse, tardilli, cicerata, pignolata).
Altre due giornate sanciscono le feste natalizie marcedusane: “A Tombolata” e “A Befana”. “A TOMBOLATA” è caratterizzata dal ritrovarsi in centinaia nella sala consiliare e partecipare al gioco tradizionale natalizio con premi offerti dal comune in una atmosfera generale di comunità. Infine “A BEFANA”: Marcedusa è uno dei pochissimi paesi in Italia che mantiene la tradizione per cui il comune dona un gioco ad ogni bambino del luogo da 0 a 13 anni con un rito tradizionale che si terrà anche quest’anno, il 6 gennaio nella sala consiliare e che vedrà protagonista la Befana e i bambini tra tradizione e innovazione.
Un insieme di tradizioni, quindi, di sapori e valori peculiari che la comunità di Marcedusa, guidata dal giovane Sindaco Arch Domenico Garofalo, vuole fortemente mantenere e trasmettere alle generazioni future che verranno, con orgoglio.
Redazione Calabria 7