Attacco alla Chiesa nel Vibonese, tutti in piazza a Cessaniti. Il prefetto: “La violenza si batte con l’educazione”

Nel giorno della Festa dello Donna inaugurata la “panchina rossa” simbolo dei soprusi contro i soggetti più deboli. E si rivede don Felice

Prima uscita pubblica di don Felice Palamara dopo le pesanti intimidazioni dei giorni scorsi. Il parroco di Pannaconi, frazione di Cessaniti, provincia di Vibo, finito nel mirino della criminalità, ha scelto la Festa delle Donne per ritornare coraggiosamente nella sua parrocchia rimasta blindata per diversi giorni a causa delle gravi minacce subite.

Il prefetto Paolo Giovanni Grieco, il questore Cristiano Tatarelli e il commissario del comune di Cessaniti Sergio Raimondo, da sempre attenti alle problematiche legate ad ogni forma di violenza, hanno voluto dare l’input alla comunità di Cessaniti di reagire energicamente anche contro l’arroganza e i soprusi della criminalità organizzata. “La Festa delle donne – ha sottolineato il prefetto Grieco – è l’occasione per gridare un “no” fermo e deciso contro coloro che vogliono attentare alle libertà individuali. La violenza va contrastata in ogni sua forma. La comunità di Cessaniti sta rispondendo con decisione al violento attacco alla Chiesa locale e al vivere civile”. La Prefettura, anche in quest’occasione, ha saputo tirare fuori gli artigli e mettere in scacco quelle frange criminali che agiscono sul territorio di Cessaniti.

Il prefetto: “La violenza si batte con l’educazione”

Da alcuni giorni, grazie alla reazione dello Stato, in tutto il perimetro urbano del centro vibonese, la musica è cambiata. Infatti sono stati rafforzati i controlli grazie alla presenza costante dei militari dell’esercito che stanno affiancando il personale della Polizia, Guardia Di Finanza e Carabinieri. Le intimidazioni ai parroci don Felice e don Francesco e alla presidente dell’associazione Crisalide Romina Candela hanno dato contenuti nuovi alla Festa delle Donne che rappresenta il grido rabbioso di una società che si vuole liberare definitivamente dalla violenza di genere. Una piaga sociale che riguarda l’intero territorio nazionale. Intimidire un parroco o uccidere è la stessa identica cosa. “Per vincere la violenza – ha aggiunto il Prefetto – occorre un patto tra tutte le agenzie educative del territorio. I giovani vanno educati al rispetto delle regole del buon vivere civile. Tutti siamo impegnati in questo lavoro di cambiamento” .

L’inaugurazione della “panchina rossa”

Sulla stessa linea del prefetto anche i comandanti delle forze di polizia i quali fanno miracoli per mantenere l’ordine pubblico in un territorio ad alta densità mafiosa. Il colonnello del carabinieri Luca Toti ha ricordato che gli uomini dell’Arma sul territorio vibonese fanno non solo repressione ma anche un complesso lavoro preventivo per evitare episodi di violenza contro le donne. Alla manifestazione di piazza contro la violenza di genere si sono uniti anche il mondo dell’associazionismo e le scuole di ogni ordine e grado. Momento clou dell’iniziativa è stata l’inaugurazione di una “panchina rossa” che vuole ricordare soprattutto ai giovani che la violenza di genere è un crimine contro l’umanità.

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