“Sul caso della tassa sugli extra-profitti non versata allo Stato dalle società energetiche incombe oggi una denuncia del Codacons, che si rivolge alla Procura della Repubblica ed alla Corte dei Conti affinché sia aperta una indagine volta ad accertare eventuali reati penali e contabili”. E’ quanto si legge in una nota del Codacons.
“Casse statali vuote”
“Casse statali vuote”
“Con il decreto Aiuti bis – spiega l’associazione – il governo aveva previsto di incassare 10,5 miliardi di euro attraverso la famosa tassa una tantum sugli extra-profitti delle società energetiche, con le imprese del settore che avrebbero dovuto versare una prima rata (pari al 40% del valore della tassa) entro il 30 giugno e il restante 60% entro il 30 novembre. Si apprende che la maggior parte delle aziende coinvolte dal provvedimento avrebbe deciso di non pagare, lasciando vuote le casse statali: dei 10,5 miliardi di euro preventivati, sarebbe stato versato solo 1 miliardo di euro”, sottolinea il Codacons.
“Comportamento immorale e vergognoso”
“Così facendo – continua la nota stampa del Codacons – le imprese energetiche hanno privato famiglie e imprese dei soldi necessari allo Stato per contrastare il caro-energia, proprio alla vigilia dei nuovi aumenti delle tariffe di luce e gas che scatteranno a ottobre, e stanno aggravando enormemente l’emergenza bollette in Italia: un comportamento non solo immorale e vergognoso, ma anche un possibile illecito penale e contabile” afferma il Codacons. “L’associazione – conclude la nota – ha deciso pertanto di presentare un esposto alla Procura ed alla Corte dei Conti, chiedendo di accertare i fatti alla luce della possibile fattispecie di truffa e di reati contabili considerate le ripercussioni sul fronte erariale”.