“Change is possible”, inaugurata al San Giovanni di Catanzaro l’installazione di Basso (VIDEO)

La mostra, che fa parte del progetto “Transumanza. Medioevo e Ruralità”, si terrà sulla terrazza del complesso monumentale fino al 31 luglio

Estata inaugurata sulla terrazza del Complesso monumentale San Giovanni di Catanzaro “Change is possible”, installazione ambientale dell’artista Gianfranco Basso a cura di Carmelo Cipriani e promossa dall’Associazione Culturale Eos Sud. La mostra fa parte del progetto “Transumanza. Medioevo e Ruralità – Monachesimo e Istituzioni ecclesiastiche nel periodo della dominazione normanna”, finanziato dalla Regione Calabria nell’ambito del PAC Calabria 2014-2020 e presentato quest’oggi. Alla conferenza stampa di presentazione erano presenti l’artista Gianfranco Basso, il curatore Carmelo Cipriani, il presidente di Eos Sud Andrea Perrotta e il presidente del Consiglio comunale di Catanzaro Marco Polimeni.

L’installazione Change is possibile nasce da una riflessione sulla figura di Gioacchino da Fiore, celebre monaco calabrese vissuto tra il 1135 e il 1202. Per tutti Gioacchino rappresenta un modello di libertà, il testimone autentico di un nuovo soffio vitale dello Spirito nella storia. Egli formulò una filosofia della storia imperniata sulla corrispondenza delle tre età della Storia alle tre persone della Trinità: l’Età del Padre, caratterizzata dal timore di Dio, dall’ira e dalla legge del taglione; l’Età del Figlio, caratterizzata dal perdono ma anche dal falso amore, dall’ipocrisia, dalla simonia e dalla prepotenza della gerarchia ecclesiastica; l’Età dello Spirito Santo, caratterizzata dalla vera spiritualità e dal vero amore, in un regno dove i conflitti sono pacificati, le guerre eliminate e l’uomo rigenerato dallo svelamento dei misteri.

L’installazione Change is possibile nasce da una riflessione sulla figura di Gioacchino da Fiore, celebre monaco calabrese vissuto tra il 1135 e il 1202. Per tutti Gioacchino rappresenta un modello di libertà, il testimone autentico di un nuovo soffio vitale dello Spirito nella storia. Egli formulò una filosofia della storia imperniata sulla corrispondenza delle tre età della Storia alle tre persone della Trinità: l’Età del Padre, caratterizzata dal timore di Dio, dall’ira e dalla legge del taglione; l’Età del Figlio, caratterizzata dal perdono ma anche dal falso amore, dall’ipocrisia, dalla simonia e dalla prepotenza della gerarchia ecclesiastica; l’Età dello Spirito Santo, caratterizzata dalla vera spiritualità e dal vero amore, in un regno dove i conflitti sono pacificati, le guerre eliminate e l’uomo rigenerato dallo svelamento dei misteri.

L’installazione é formata da tre sculture in ferro, alte 450 cm, le teste e i corpi di ognuna, sono concatenati l’uno dentro l’altro, in particolare la forma delle teste ricorda i Cerchi Trinitari di Gioacchino, rappresentati nel Liber Figurarum. Le tre persone, rievocative del pensiero trinitario del monaco, in questo lavoro chiamano in causa anche la relazione tra gli esseri umani, il bisogno incondizionato di ogni persona di relazionarsi con i propri simili.

L’importanza della figura di Gioacchino da Fiore

Il Festival mira a far scoprire nuovi percorsi attraverso l’arte contemporanea che reinterpreta il medioevo e, in particolare, i suoi personaggi.“Come di consueto il festival spazierà su diverse località – dice ai nostri microfoni il presidente di Eos Sud, Andrea Perrotta -. Avremo eventi su Catanzaro, San Giovanni in Fiore relativamente a Gioacchino da Fiore, Zagarise per le tematiche legate alla transumanza e Soverato relativamente allo scultore Antonello Gagini. All’interno di questi eventi sono previste attività di carattere documentaristico, musicale, convegni e anche diverse esibizioni”.

L’autore dell’opera Gianfranco Basso sottolinea l’importanza della figura di Gioacchino da Fiore, cui l’opera è dedicata: “E’ un lavoro che evidenzia l’importanza delle relazioni sociali, specie in questo delicato periodo storico.  Gioacchino ha dedicato la vita alla trinità e in questo lavoro contemporaneo le tre figure della religione si sono trasformate in uomini”. 

Dello stesso avviso il curatore Carmelo Cipriani: “Il significato di questa opera costituisce un monito al cambiamento, alla riconquista delle relazioni sociali che la recente pandemia ci ha negato, per ricordarci che attraverso l’alto riconosciamo noi stessi. Un cambiamento che è possibile, con il titolo dell’opera che parafrasa il motto di Barack Obama “Change We Can Believe In “. L’ispirazione della scultura proviene dal pensiero trinitario di Gioacchino Da Fiore, rievocato dalla triplice sostanza della figura voluta da Basso”.

Ritorno alle iniziative culturali

Raggiante anche il presidente del Consiglio comunale di Catanzaro, Marco Polimeni: “E’ un’opera molto simbolica perché lascia presagire un pronto ritorno alle iniziative culturali dopo questo periodo di stop. Grazie alla collaborazione tra Perrotta e la Eos Sud si può immaginare un programma artistico variegato, con poesia e musica. Un progetto che non coinvolgerà solo la città di Catanzaro, ma anche gran parte della provincia di Catanzaro”. (a.b.)

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