Chat erotiche da chiudere, le suore si ribellano alla vendita del Monastero

Tutto è nato dopo le accuse lanciate alla madre superiora di aver rotto il voto di castità con telefonate dai contenuti sessuali

Nel sud degli Stati Uniti le suore carmelitane scalze del monastero Most Holy Trinity di Arlington, Texas, hanno avviato una causa in tribunale, sfidando il Vaticano che aveva deciso la chiusura del monastero dopo che la madre superiora ha rotto il voto di castità con video chat sconce con un prete.

Il caso è finito in tribunale in una disputa legale senza precedenti. Le suore hanno chiesto di bloccare il provvedimento avviato dal vescovo Michael Olson e denunciato lui, la diocesi di Fort Worth e l’Association of Christ the King negli Stati Uniti, un’organizzazione cattolica privata. L’iniziativa è partita dopo il decreto emesso la settimana scorsa dal Vaticano che assegnava all’associazione ecclesiastica il pieno controllo sulle suore e del monastero. Tutto è nato dopo le accuse lanciata alla madre superiora, Teresa Agnes Gerlach, di aver rotto il voto di castità con telefonate dai contenuti sessuali con il prete di un altro monastero. Gerlach, che ha sempre respinto le accuse, è stata mandata via l’anno scorso al termine di un’indagine interna condotta dal Vaticano e guidata dallo stesso vescovo Olson. Nei giorni scorsi il monastero, in una dichiarazione ufficiale, ha parlato di “continui attacchi e abusi” da parte del vescovo in un “orrendo tentativo di prendere il controllo della nostra amministrazione e delle nostre vite e finanze”. “Noi preghiamo – hanno aggiunto in segno di sfida – che il vescovo di Fort Worth si penta e chieda scusa pubblicamente e a noi di persona. Fino a che questo non accadrà, né lui né i suoi delegati saranno benvenuti nella nostra proprietà”. Nella causa le suore chiedono anche 100 mila dollari di risarcimento.

“Cerchiamo di far archiviare l’esposto”

Un rappresentante della diocesi ha risposto, sostenendo che le suore carmelitane, nella denuncia, dicono di voler “rispondere direttamente solo al Papa”, cosa che la diocesi non ritiene legittima. “Cercheremo di far archiviare l’esposto nel tempo appropriato”, ha concluso, mostrando ottimismo. Ma le suore hanno già fatto sapere che sono pronte a tutte pur di mantenere il controllo del monastero.  Al loro fianco si è schierata anche la famiglia degli eredi dell’uomo che aveva donato anni fa il terreno per la costruzione del monastero. È una zona grande una trentina di ettari del valore di almeno cinque milioni di dollari. La diocesi è convinta di poterla mettere in vendita per una cifra quattro volte maggiore. Ed è proprio questo ad aver insospettito le suore, che temono di essere vittime di un piano più grande cominciato con le accuse alla madre superiora. (AGI)

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