Comunali a Catanzaro, coalizioni impantanate tra primarie e civismo

Mandato esplorativo al coordinamento Pd per sondare i papabili. Stallo nel centrodestra per la guerra in Forza Italia. Sullo sfondo l’ipotesi polo civico

Alla fine non si capisce se ci creda veramente perfino chi le propone, ma già il fatto che le primarie per i prossimi candidati a sindaco di Catanzaro siano state tirate in ballo ufficialmente, non solo dal centrosinistra ma anche dal meno avvezzo centrodestra, la dice lunga non tanto sulla voglia di partecipazione democratica dei vertici delle coalizioni, quanto sul grado di litigiosità interna. Dietro l’eventualità delle primarie, però, potrebbe celarsi l’ormai consueta voglia (o necessità) di civismo, uno sbocco ormai consueto anche a livello regionale, seppur con scarse fortune, per levare le castagne dal fuoco alla politica che non sa decidere.

Extrema ratio per il centrosinistra

Extrema ratio per il centrosinistra

La coalizione che si è autonominata “Nuovo Centrosinistra” (Pd, Psi, M5S, Cambiavento, Volt, Catanzaro Vivace, Art. 1, Europa Verde, Catanzaro Generosa, Liberamente Progressisti) continua a parlare di progetto progressista unitario per le Amministrative che nella primavera del 2022 sanciranno il dopo Abramo. Il comunicato diramato dopo l’ultima riunione di coalizione ribadisce la formula che punta ad “ampliare la partecipazione e dare spazio a tutte quelle sane forze della società civile che vogliono contribuire al rilancio e alla rinascita della città”. Al di là delle buone intenzioni, il problema resta di individuare quel “candidato a sindaco unitario in grado di fare da sintesi”. A questo scopo verranno avviate delle “interlocuzioni con i potenziali candidati da svolgersi entro il 10 dicembre”, ma se non porteranno a una soluzione condivisa la coalizione “non escluderà le primarie come strumento di ultima istanza in grado, in extrema ratio, di garantire la scelta del migliore candidato e preservare l’unità del tavolo”.

Le ambizioni di Fiorita e i tormenti del Pd

La questione della scelta del candidato del centrosinistra si intreccia inevitabilmente da un lato con il percorso del leader di Cambiavento Nicola Fiorita – che grazie ai buoni rapporti in entrambe le direzioni ambisce ad essere l’elemento di contatto tra la galassia dem e la sinistra di area de Magistris – e dall’altro con le dinamiche interne a un Pd alle prese con la stagione dei congressi. Il 13 gennaio scadrà il termine per le candidature di quelli provinciali ed è già totonomi tra le varie correnti, da “Prossima” di Zingaretti a “Base riformista” di Lotti/Guerini. Intanto nelle scorse ore in una riunione coordinata da Salvatore Passafaro, a cui hanno partecipato anche candidati non eletti come Giusy Iemma ed esclusi eccellenti come Enzo Bruno, si è deciso, con l’avallo del presidente dell’assemblea Michele Drosi, di conferire un “mandato esplorativo” al coordinamento cittadino al fine di sondare se le primarie siano fattibili con nomi già emersi come Fabio Guerriero, Aldo Casalinuovo e Valerio Donato.

La guerra in Forza Italia e la deadline di Salvini

Il centrodestra catanzarese stavolta sembra più impantanato rispetto alla fazione opposta. Le tossine rilasciate dai risultati delle elezioni regionali non sembrano affatto smaltite e, soprattutto in Forza Italia, tutto è legato alla diatriba tra i vecchi big come Mimmo Tallini e Claudio Parente e la nuova catena di comando che poggia sull’asse Mangialavori-Occhiuto. In teoria l’indicazione del candidato a sindaco sarebbe rivendicata da FdI, come la stessa leader Wanda Ferro non ha mancato di affermare pubblicamente, ma in pratica un nome ancora non c’è e si percepisce anche il timore di bruciare eventuali proposte spendibili che potrebbero arrivare anche dall’esterno del partito di Giorgia Meloni. Tutto sta nella capacità dei tanti gruppi che compongono la galassia del centrodestra – senza dimenticare quello che fa riferimento a Baldo Esposito e Marco Polimeni, nonché il peso politico guadagnato dal neo presidente del consiglio regionale Filippo Mancuso – a trovare un terreno comune di discussione. Proprio il leader del partito di Mancuso, Matteo Salvini, aveva detto che il nome del prossimo candidato a sindaco di Catanzaro andava individuato assieme agli alleati “entro Natale”, ma nella stessa occasione ha anche introdotto l’elemento nuovo per la sua coalizione: se non c’è accordo, allora “faremo le primarie”. Se si tratti solo di un tentativo di stimolare la coalizione lo si dovrebbe capire a breve.

L’ipotesi del polo civico

In queste difficoltà potrebbe provare a inserirsi un “terzo” polo, di natura civica, che potrebbe attrarre una vasta area che non si sente rappresentata – né rassicurata – dallo stallo che si registra tra i partiti del centrodestra e del centrosinistra. L’ipotesi di una coalizione di centro – si parla di “grande centro” o di “centrino” a seconda che lo faccia un fautore o un detrattore – si fa d’altronde già da tempo, ma anche in questo caso circolano solo molte suggestioni e poche certezze. È però chiaro che se si concretizzasse una coalizione del genere darebbe molto più fastidio a destra che a sinistra. Il nome tirato da tempo in ballo, a metà tra polo civico e centrodestra, sarebbe quello del presidente di Unindustria Calabria Aldo Ferrara, che al momento però non avrebbe alcuna intenzione di buttarsi nella mischia.

s. pel.

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