di Antonia Opipari – 8.800 km da percorre in un anno, correndo 15 km due volte al giorno, sei giorni su sette. È questo l’obiettivo di Luca Naso, il 38enne astrofisico siciliano che ha deciso di gareggiare questa sua personale maratona in solitaria lungo il confine italiano. L’impresa, intitolata appunto Correre ai confini, è cominciata lo scorso 1° gennaio con partenza da Catania e terminerà il 31 dicembre 2020, con il runner che farà tappa in tutte le regioni d’Italia; tra le prime la Calabria e ieri Naso è stato accolto a Cropani (Cz): «La nostra è una comunità da sempre votata all’accoglienza» sono state le parole di Pasquale Riccio, consigliere comunale con delega al Turismo, durante la conferenza stampa tenutasi questa mattina presso il ristorante “Il Pescherante” di Cropani marina. «L’impresa di Luca ci ha appassionato al punto che ci siamo attivati subito per dargli ospitalità» ha continuato Riccio, il quale ha prontamente invitato l’atleta, una volta terminato il percorso, a ritornare a Cropani per fare da “padrino” alla maratona cittadina che l’amministrazione ha intenzione di organizzare in futuro. Idea immediatamente condivisa dal primo cittadino cropanese Raffaele Mercurio, presente anche lui alla conferenza. A Naso è stata poi consegnata una targa a nome di “Cropani città del libro e dell’accoglienza” dedicata a lui in quanto “portatore di una passione che non conosce confini”.
Luca Naso scopre la passione per la corsa nel 2008 e tre anni fa comincia a pianificare questa sfida; «questa impresa rappresenta per me la possibilità di esplorare l’ignoto – dice -. Creo qualcosa che prima non esisteva, definisco un nuovo standard, con cui magari altri in futuro potranno confrontarsi. Ho deciso di farlo perché credo nel valore dei sogni e sono convinto che conoscere i propri sogni ed impegnarsi per far in modo che si realizzino, ci renda persone migliori. Ho deciso di farlo perché credo nel potere della condivisione e nel fatto che insieme siamo in grado di realizzare opere grandiose, che da soli non potremmo neanche immaginare. Ho deciso di farlo perché credo nel valore della dimensione umana nei suoi aspetti di tempo, corpo, ambiente e intelletto. Credo nel valore di fare le cose nel “giusto” tempo e non necessariamente nel minor tempo possibile; nel valore di prendersi cura del proprio corpo; nel valore di rispettare la natura e mantenere una vita di relazioni sociali; nel valore dell’invenzione dello sviluppo tecnologico che le persone possono usare per migliorare se stessi e ciò che possono realizzare. Spero che tutta la passione che sto mettendo in questa sfida possa motivare altre persone a realizzare il proprio sogno. Vorrei dar loro quelle energie mentali di cui hanno bisogno per abbattere tutti gli alibi che li tengono ancora incatenati alla sedia».
Luca Naso scopre la passione per la corsa nel 2008 e tre anni fa comincia a pianificare questa sfida; «questa impresa rappresenta per me la possibilità di esplorare l’ignoto – dice -. Creo qualcosa che prima non esisteva, definisco un nuovo standard, con cui magari altri in futuro potranno confrontarsi. Ho deciso di farlo perché credo nel valore dei sogni e sono convinto che conoscere i propri sogni ed impegnarsi per far in modo che si realizzino, ci renda persone migliori. Ho deciso di farlo perché credo nel potere della condivisione e nel fatto che insieme siamo in grado di realizzare opere grandiose, che da soli non potremmo neanche immaginare. Ho deciso di farlo perché credo nel valore della dimensione umana nei suoi aspetti di tempo, corpo, ambiente e intelletto. Credo nel valore di fare le cose nel “giusto” tempo e non necessariamente nel minor tempo possibile; nel valore di prendersi cura del proprio corpo; nel valore di rispettare la natura e mantenere una vita di relazioni sociali; nel valore dell’invenzione dello sviluppo tecnologico che le persone possono usare per migliorare se stessi e ciò che possono realizzare. Spero che tutta la passione che sto mettendo in questa sfida possa motivare altre persone a realizzare il proprio sogno. Vorrei dar loro quelle energie mentali di cui hanno bisogno per abbattere tutti gli alibi che li tengono ancora incatenati alla sedia».