Dall’Africa a Catanzaro, la missione di Giuseppe per gli ultimi (VIDEO)

Con la sua Associazione dedicata a Madre Teresa si spende quotidianamente per le famiglie di Catanzaro e i Paesi del Terzo mondo

di Giovanni Bevacqua – Una vocazione. Coltivata negli anni e fatta diventare nel tempo una vera e propria ragione di vita. Questa è la storia di Giuseppe Pugliese che, aiutando il prossimo, giorno dopo giorno, ha scoperto chi è davvero. Come lui stesso dice, pensando di più agli altri è riuscito a liberarsi dalle catene di una quotidianità omologata.

Tutto nasce da quel senso di profonda ingiustizia che si portava dentro, e si porta tuttora, vedendo intorno a sé il contrasto tra ricchezza e povertà. Ma prima di arrivare a Catanzaro, dov’è nato e vive, e dove oggi si spende a 360 gradi per aiutare le famiglie più in difficoltà, il suo viaggio lo ha portato dall’India, dove ha conosciuto la sua musa ispiratrice, fino in Africa. Con la sola missione di dare una mano a chi ne aveva bisogno per rimettersi in piedi. E oggi, nel suo piccolo, può dire di averlo fatto.

Tutto nasce da quel senso di profonda ingiustizia che si portava dentro, e si porta tuttora, vedendo intorno a sé il contrasto tra ricchezza e povertà. Ma prima di arrivare a Catanzaro, dov’è nato e vive, e dove oggi si spende a 360 gradi per aiutare le famiglie più in difficoltà, il suo viaggio lo ha portato dall’India, dove ha conosciuto la sua musa ispiratrice, fino in Africa. Con la sola missione di dare una mano a chi ne aveva bisogno per rimettersi in piedi. E oggi, nel suo piccolo, può dire di averlo fatto.

Giuseppe Pugliese fonda nel lontano Ottobre del 1999 l’Associazione Madre Teresa Onlus che si occupa di “portare sostegno materiale e morale ai Paesi del terzo mondo”. Oggi contribuisce in modo attivo a ricucire lo strappo sociale nel capoluogo calabrese. E lo fa distribuendo quotidianamente viveri alimentari alle famiglie più bisognose.

“Ogni sera – dice – le nostre vetture si muovono per la città per raccogliere il cibo che avanza nei vari market e supermercati. Una volta raccolto tutto si procede con la distribuzione alle famiglie in difficoltà”. Un impegno personale che permette a diverse famiglie di Catanzaro di avere qualcosa sul tavolo. “Grazie alla raccolta di fine giornata – spiega – riusciamo a dare da mangiare almeno a 4-5 famiglie ogni giorno”.

Catanzaro solidale

Oggi l’associazione di Giuseppe Pugliese è impegnata in Africa, in Gandia, con lo scopo di sottrarre intere famiglie e tanti bambini “dalla tragica realtà delle baracche”. Non si parla solo di un tetto dove dormire ma anche di chiese, dove ritrovare sé stessi e la propria fede, e scuole. Giuseppe ci tiene a sottolineare come anche la sua Catanzaro stia rispondendo concretamente. Diverse famiglie, infatti, lo stanno aiutando nella realizzazione delle sue opere. E si parla di 3 chiese, 7 pozzi, 1 panificio, 1 scuola e oltre 178 case.

La missione di Madre Teresa Onlus

“La missione della nostra Associazione – racconta Giuseppe – ha avuto inizio in India, dove ho conosciuto Madre Teresa di Calcutta. Nelle foreste del Bengala abbiamo realizzato 22 case, nel Bombay 110. Opere che sono servite a sottrarre dalle baraccopoli decine e decine di famiglie costrette in situazioni di grande povertà. L’attività dell’Associazione è arrivata fino alle Filippine dove abbiamo costruito 5 casette. Poi anche in Bangladesh dove sono state realizzate 7 case e anche una chiesa”.

“Madre Teresa di Calcutta – continua – ha lasciato un segno indelebile nel mio cuore. Tanto è vero che a distanza di 22 anni dalla fondazione dell’Associazione, con perseveranza stiamo ancora procedendo a realizzare svariate opere”.

L’appello di Giuseppe Pugliese

Infine si rivolge a chi gli sta intorno, dalle istituzioni ai “colleghi” del mondo solidale. “Alle Istituzioni chiedo di inginocchiarsi un po’ di più davanti all’altare – conclude – così come faceva Madre Teresa di Calcutta. E poi li invito a pensare di più alle persone disagiate e che hanno bisogno di una mano. Alle altre Associazioni dico di pensare di più al prossimo, perché solo così possiamo migliorare la nostra società”.

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