“Le Organizzazioni sindacali Cimo-Fesmed, Anaoo-Assomed, Aaroi, Fvm, Fassid, Uil-Fp, Cisl-Medici dell’Aou R. Dulbecco apprendono con grande preoccupazione quanto emerso nel Decreto del Commissario ad Acta (Dca) 69/2024, sulla riorganizzazione della rete ospedaliera che prevede che da subito a finire categoricamente, entro cinque anni, ci sia l’accorpamento dei reparti dell’azienda al fine di eliminare i ‘doppioni’”. È quanto riporta una nota delle organizzazioni sindacali di categoria.
“Premesso che – affermano– si è consapevoli che un’azienda con più di 80 strutture complesse è chiaramente da tutti i punti di vista insostenibile, a partire dal piano economico finendo al piano funzionale. E difatti la posizione di contrarietà delle organizzazioni sindacali non vuole essere un tentativo pretestuoso per il mantenimento dello status quo. Tuttavia, non si condivide il metodo previsto per l’attribuzione delle SOC/UOC, perché andrebbe a favorire inevitabilmente i docenti universitari sull’attribuzione delle SOC/UOC, svilendo l’attività di tanti dirigenti ospedalieri che negli anni hanno concentrato la loro attività medica alla cura dei pazienti e non alla ricerca. Il rischio che si corre è che tanti professionisti vedendosi limitate le possibilità di avanzamento di carriera decidano di emigrare verso altri contesti lavorativi”.
“Impostazione distaccata dal contesto”
“Inoltre, questo Dca – prosegue la nota – ha un’impostazione distaccata dal contesto, che pretende di risolvere con un mero calcolo matematico la ridefinizione dell’organizzazione dell’azienda Ospedaliera Universitaria R. Dulbecco. Questo perché probabilmente chi ha redatto tale Dca non è a conoscenza della presenza di più presidi ospedalieri distribuiti in varie parti della città. Non è previsto tale assetto in nessuna Azienda Ospedaliera/Univesitaria italiana – evidenziano le organizzazioni sindacali – sono anacronistici reparti di 30 o più posti letto e inoltre i ruoli dell’Ospedaliero e dell’universitario sono ben definiti e diversi: il primo si dedica principalmente alla cura l’altro principalmente all’insegnamento ed alla ricerca. L’impatto che questo potrebbe avere sulla gestione dei reparti e di conseguenza sulla salute dei pazienti non è quantificabile”.
“Le organizzazioni sindacali, consapevoli dei principi che stanno alla base della stesura del DCA, propongono non un accorpamento indiscriminato bensì una riduzione, ove fosse necessario, solo tra le strutture complesse ridondanti nel singolo presidio ospedaliero, tenendo sempre presente che un criterio che deve essere sempre considerato è la produttività”, concludono.