Eravamo stati facili profeti; e meno male.
Dopo l’orrore dello scontro per futili motivi con un gruppo di ragazzi davanti a un fast-food di Northbridge e della lite culminata in un massacro ai danni del quarantenne ardorese Giuseppe “Pep” Raco, dopo i due giorni d’agonia, dopo il decesso ufficialmente sancito ieri pomeriggio (ora italiana) all’ospedale di Perth, la metropoli dell’Australia sudoccidentale che aveva accolto a braccia aperte questo figlio della Locride, adesso c’è almeno spazio per la solidarietà.
Dopo l’orrore dello scontro per futili motivi con un gruppo di ragazzi davanti a un fast-food di Northbridge e della lite culminata in un massacro ai danni del quarantenne ardorese Giuseppe “Pep” Raco, dopo i due giorni d’agonia, dopo il decesso ufficialmente sancito ieri pomeriggio (ora italiana) all’ospedale di Perth, la metropoli dell’Australia sudoccidentale che aveva accolto a braccia aperte questo figlio della Locride, adesso c’è almeno spazio per la solidarietà.
Tanta solidarietà, come avevamo appunto facilmente pronosticato su queste stesse colonne. Nel giro di pochissime ore, il fundraising lanciato sul web attraverso la piattaforma Gofundme dall’amica di famiglia di Raco Kelly Godfrey ha già centrato pienamente l’obiettivo prefissato, anche grazie a un numero-record di condivisioni della “buona causa”: quasi tremila, oltre 300 share all’ora.
Anzi, i 224 sottoscrittori fin qui hanno perfino superato, con le loro donazioni, i 20mila dollari che costituiscono poi la somma necessaria per le esequie di “Pep” degne del grande affetto che lo ha circondato fin dal suo arrivo a Perth e grazie al carisma, alla professionalità e alla notevole affabilità dimostrata da club manager del Paramount Nightclub di Northbridge, il quartiere della nightlife patinata di Perth.
Del resto, la medesima attenzione e solidarietà avevano immediatamente dimostrato i gestori e dipendenti del club di Northbridge quando, dopo la sequenza di pugni che ha devastato il volto di Raco manandolo in una stanza d’ospedale che avrebbe lasciato solo alla volta dell’obitorio, hanno sùbito voluto chiudere il locale per il weekend, quando ancòra tutti speravano e pregavano che il giovane di Ardore riuscisse a vincere la sua battaglia per la vita.
Centinaia i messaggi sotto l’accorato post rilasciato sulla pagina Facebook del Paramount Nightclub, specie dopo la formalizzazione del dato più triste, che nessuno tra gli avventori del Paramount Nightclub, i semplici conoscenti, gli amici e i familiari dell’ardorese “Pep” avrebbe mai voluto sentire: «È un dolore spaccacuore per chiunque, tra chi lavora e chi frequenta questo luogo. Mandiamo il nostro affetto a sua moglie, alla famiglia, agli amici», scrive ad esempio la giovane Sharni. Decisamente d’altro tenore il rabbioso commento di Andrew: «Mi colpisce a livello personale, sono davvero disgustato per l’accaduto. Sinceramente pensavo che non ci fosse gente in grado d’arrivare a questo punto, ma è chiaro, certi coglioni non impareranno mai. C’è bisogno di cambiare, qui in Australia: spero che chiunque sia responsabile per questo riceva la giusta punizione che merita, al contempo sono certo che il colpevole deve davvero capire che la violenza non risolve mai nulla, ma produce solo uno schifo di cui non c’è bisogno. Fermate i raid di questi codardi».