Divieto di sosta per 17 giorni in via Acri a Catanzaro causa lavori, Celia: “Situazione paradossale”

Il già consigliere comunale: "L'impossibilità di parcheggiare rappresenta una forte limitazione per la mobilità di chi abita o lavora in quell'area"
Politiche 2022 Celia

“Una situazione paradossale, quella che si sta registrando nell’intera via Francesco Acri a cui è stato imposto un totale divieto di sosta per 17 giorni a causa dei lavori per la posa in opera della fibra ottica. Una vicenda che forse soltanto a Catanzaro si può verificare, essendo il simbolo di una gestione della macchina amministrativa nella migliore delle ipotesi approssimativa. Fatto che ritengo doveroso stigmatizzare, soprattutto dopo aver letto sui social i comprensibili sfoghi di alcuni amici residenti nella medesima stradina della zona centrale della nostra città. Mi riferisco appunto all’impossibilità di parcheggiare che rappresenta una forte limitazione per la mobilità di chi abita o lavora in quell’area”.

A esordire così in un comunicato stampa è stato il già consigliere comunale Fabio Celia, che ha raccolto lo sfogo di molti cittadini di via Acri i quali pochi giorni prima della fatidica data del 14 maggio scorso hanno letto nei pressi delle loro abitazioni o luoghi di lavoro un perentorio avviso attraverso cui si intimava a loro, e naturalmente a chiunque, di lasciare in sosta altrove i propri mezzi di locomozione. “E non credo sia sopportabile – ha rincarato la dose Celia – per donne e uomini che vivono o hanno studi professionali e attività commerciali in via Acri un blocco totale dei parcheggi fino al prossimo 31 maggio. Certo, nessuno, e quindi io per primo, disconosce l’importanza di un’opera come quella che si vuol realizzare. La fibra ci permette infatti di avere connessioni internet sempre più stabili e veloci e dunque ci agevola nel nostro lavoro, ma anche nella vita privata. Questo, però, non può e non deve coincidere – ha proseguito Celia – con una conduzione approssimativa e incurante delle necessità di una parte dei catanzaresi. Mi si dovrebbe spiegare, infatti, come persone in questo momento malate, se non anche anziane e invalide, possono lasciare l’auto a molta distanza rispetto all’appartamento in cui abitano. Senza contare come via Acri non abbia di certo grandi spazi a disposizione nelle vicinanze in cui poter parcheggiare. Un fatto che limita anche chi magari deve portare a casa la spesa o simili beni di prima necessità”.

A esordire così in un comunicato stampa è stato il già consigliere comunale Fabio Celia, che ha raccolto lo sfogo di molti cittadini di via Acri i quali pochi giorni prima della fatidica data del 14 maggio scorso hanno letto nei pressi delle loro abitazioni o luoghi di lavoro un perentorio avviso attraverso cui si intimava a loro, e naturalmente a chiunque, di lasciare in sosta altrove i propri mezzi di locomozione. “E non credo sia sopportabile – ha rincarato la dose Celia – per donne e uomini che vivono o hanno studi professionali e attività commerciali in via Acri un blocco totale dei parcheggi fino al prossimo 31 maggio. Certo, nessuno, e quindi io per primo, disconosce l’importanza di un’opera come quella che si vuol realizzare. La fibra ci permette infatti di avere connessioni internet sempre più stabili e veloci e dunque ci agevola nel nostro lavoro, ma anche nella vita privata. Questo, però, non può e non deve coincidere – ha proseguito Celia – con una conduzione approssimativa e incurante delle necessità di una parte dei catanzaresi. Mi si dovrebbe spiegare, infatti, come persone in questo momento malate, se non anche anziane e invalide, possono lasciare l’auto a molta distanza rispetto all’appartamento in cui abitano. Senza contare come via Acri non abbia di certo grandi spazi a disposizione nelle vicinanze in cui poter parcheggiare. Un fatto che limita anche chi magari deve portare a casa la spesa o simili beni di prima necessità”.

Lo stesso ex consigliere, dopo aver quindi rappresentato una serie di esigenze di chi risiede o lavora in via Acri, ha infine chiosato: “Ho avvertito l’esigenza di scrivere nella mia recente veste di pubblico amministratore, considerato come penso sia noto a molti lo sono stato fino a circa un anno e mezzo fa prima delle dimissioni a seguito dell’inchiesta Gettonopoli che pure mi ha appena lambito, perché mi è capitato di leggere di persone a me care le quali, esasperate dal provvedimento, hanno scelto la via del sarcasmo, seppur amaro, affermando come sarebbe stato preferibile un decreto di evacuazione della zona per venti giorni. Un paradosso, come ovvio. Espresso anche con toni misurati. Atteggiamento responsabile, pur nello sconforto, che voglio fare mio, non ricorrendo a frasi ad effetto o addirittura a invettive, bensì mostrando la maturità di tanti amici e concittadini di via Acri i quali però hanno anche mostrato il coraggio e la fermezza di lamentarsi pubblicamente come faccio io per loro sulla stampa puntando l’indice contro chi si è mostrato inadeguato. Una mancanza di capacità di cui hanno ahimè fatto le spese parecchi amici”.

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