di Carmen Mirarchi – Si è tenuto presso l’istituto tecnico Scalfaro di Catanzaro il Convegno sul tema “L’ergastolo ostativo, tra diritto e ragione di stato”, organizzato dalla Scuola territoriale di formazione della Camera penale “Alfredo Cantafora” di Catanzaro e dall’Osservatorio carcere.
Presenti tra gli altri anche il Presidente della Camera penale Catanzaro Ermenegildo Massimo Scuteri ed Antonello Talerico, Presidente dell’Ordine degli avvocati di Catanzaro. Tra gli interventi anche quello: della Casa Circondariale di Siano, Angela Paravati; dell’avvocato penalista Salvatore Staiano; del responsabile dell’Osservatorio carcere Camera Penale di Catanzaro, Orlando Sapia; del docente Umg Domenico Bilotti; della giornalista Francesca De Carolis; dell’avvocato Carlo Petitto.
Presenti tra gli altri anche il Presidente della Camera penale Catanzaro Ermenegildo Massimo Scuteri ed Antonello Talerico, Presidente dell’Ordine degli avvocati di Catanzaro. Tra gli interventi anche quello: della Casa Circondariale di Siano, Angela Paravati; dell’avvocato penalista Salvatore Staiano; del responsabile dell’Osservatorio carcere Camera Penale di Catanzaro, Orlando Sapia; del docente Umg Domenico Bilotti; della giornalista Francesca De Carolis; dell’avvocato Carlo Petitto.
Una discussione che è ormai al centro dell’attenzione perché molto sentita nel nostro paese. “Un tema sentito ma non bisogna confondere la percezione di un istituto dal cittadino da quella che dovrebbe essere caratterizzata da connotati giuridici ” ha detto il Presidente Talarico. Ergastolo ostativo, un tema che però non deve mettere in secondo piano il tema del diritto e di questo si è discusso a Catanzaro.
Non c’è una legge di modifica ma una interpretazione che ci sottolinea la necessità di tutelare alcuni diritti. “I social dovrebbero veicolare la conoscenza del diritto ma spesso quello che si vuole dire non corrisponde al modello legale ” ha concluso Talarico.
Il Presidente della Camera Penale di Catanzaro parla di una legge scritta che si vuole applicare un maniera corretta. “La questione nasce dalla volontà di difendere la corretta applicazione delle norme. Questo da’ fastidio, ecco perché per motivi politici di tenta di distogliere la realtà. Non esiste il rischio di vedere gli ergastolani per le strade, noi vogliamo solo la tutela del diritti di tutti”. ” Un detenuto recuperato restituisce alla società ciò che ha avuto. È una conquista dopo anni di lotta. Bisogna eseguire le pene nel rispetto delle garanzie dei singoli” ha concluso Scuteri.
Redazione Calabria 7