“Dopo anni che se ne parla, sembra proprio che la “carne sintetica” (o coltivata) potrebbe arrivare finalmente sulle nostre tavole. Sembra proprio che l’iniziativa dei cittadini europei (Ice) End The Slaughter Age, scritta dall’attivista per i diritti animali e ambientali Nicolas Micheletti, abbia dato una spinta sull’acceleratore. End The Slaughter Age – si legge in una nota stampa – è una raccolta firme a livello europeo per chiedere alla Commissione europea di promuovere la carne coltivata tramite sussidi europei. Questa raccolta è stata approvata dalla Commissione europea lo scorso 27 aprile ed è partita ufficialmente il 5 giugno.
Il 27 gennaio l’iniziativa ha raccolto più di 100.000 firme in tutta Europa. Più di 100.000 europei vogliono chiudere gli allevamenti e sostituirli con laboratori per produrre carne e derivati. Questo sembra aver influenzato la Commissione europea che, appena una decina di giorni dopo che l’Ice ha superato le 100.000 firme, il 9 febbraio ha annunciato l’interesse all’approvazione. Il portavoce della Commissione Eu Stefan De Keersmaecker – continua la nota di End The Slaughter Age – infatti è intervenuto alla IX Conferenza economica di Cia-Agricoltori Italiani al Palazzo dei Congressi a Roma dichiarando “Ok al cibo prodotto in laboratorio, basta che rispetti i nostri standard nutrizionali”.
Il 27 gennaio l’iniziativa ha raccolto più di 100.000 firme in tutta Europa. Più di 100.000 europei vogliono chiudere gli allevamenti e sostituirli con laboratori per produrre carne e derivati. Questo sembra aver influenzato la Commissione europea che, appena una decina di giorni dopo che l’Ice ha superato le 100.000 firme, il 9 febbraio ha annunciato l’interesse all’approvazione. Il portavoce della Commissione Eu Stefan De Keersmaecker – continua la nota di End The Slaughter Age – infatti è intervenuto alla IX Conferenza economica di Cia-Agricoltori Italiani al Palazzo dei Congressi a Roma dichiarando “Ok al cibo prodotto in laboratorio, basta che rispetti i nostri standard nutrizionali”.
“Più sicura della carne degli allevamenti”
“Si sono ovviamente mossi in direzione opposta tutti gli esperti del settore zootecnico per mettere in guardia sui possibili danni alla salute di questa innovazione, ma Luciano Conti, professore di Biologia applicata dell’Università di Trento rassicura: “Carne in provetta più sicura, il processo di produzione della carne colturale è altamente controllato. Si tratta di sostanze che, anche quando sono prodotte artificialmente, riproducono molecole naturalmente presenti nell’organismo.
Credo che la carne colturale possa essere più sicura di quella proveniente dagli allevamenti intensivi perché abbatterebbe il rischio della proliferazione di patogeni ma anche l’uso di antibiotici e steroidi”. Sembra quindi che ci sia una guerra aperta sull’argomento proprio in Italia, dove da una parte risiede l’organizzazione europea promotrice di End The Slaughter Age, che contrasta le diffuse fake news sull’argomento, dall’altro Coldiretti che chiede la totale abolizione della carne coltivata. Chi vincerà?”, conclude con una domanda la nota a firma di End The Slaughter Age.
Via libera al secondo alimento ottenuto in laboratorio
La Food and Drug Administration (Fda), nel mese di novembre, aveva dato il via libera negli Usa al primo prodotto a base di carne coltivata. Si trattava di un cibo ottenuto con cellule di pollo coltivate dall’azienda Upside Foods, prodotto che è stato considerato dalle autorità americane sicuro al pari della tradizionale carne. Ora – come riporta il sito www.greenme.it – anche un’altra azienda, la Good Meat, che coltiva pollo e altra carne da cellule animali senza sfruttamento o macellazione, ha avuto il via libera in quanto a sicurezza da parte della Fda.
Non si tratta di una vera e propria autorizzazione al commercio, ma di un passaggio fondamentale che avvicina questi prodotti alla possibilità di essere venduti negli Stati Uniti. Come infatti ricordava la Fda nel primo comunicato di via libera alla carne coltivata, l’iter deve andare avanti e superare ancora alcuni scogli: “Prima che questo alimento possa entrare nel mercato, anche la struttura in cui viene prodotto deve soddisfare i requisiti applicabili del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (Usda) e della Fda.
Oltre ai requisiti della Fda, inclusa la registrazione della struttura per la porzione di coltura cellulare, lo stabilimento di produzione necessita di una concessione di ispezione da parte dell’Usda-Food Safety and Inspection Service per le porzioni di raccolta e post-raccolta e il prodotto stesso richiede una certificazione Usda segno di ispezione”. Quindi ora, oltre all’Upside Foods, anche la Good Meat deve ottenere una concessione di ispezione dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, per poter gestire il suo impianto di produzione ad Alameda, in California. La Good Meat – scrive ancora GreenMe – è la stessa azienda che vende pollo coltivato a Singapore già dal 2020.
Come si produce la carne coltivata
Lo scienziato di Good Meat, Vitor Espirito Santo, ha spiegato come viene coltivata la carne nei laboratori dell’azienda. Per prima cosa si estraggono campioni di cellule dai polli, queste vengono poi alimentate con un mix di proteine, grassi e carboidrati, gli stessi nutrienti che le cellule otterrebbero se si trovassero nel corpo di un animale. In questo modo iniziano a proliferare e crescere. La carne viene prodotta all’interno di contenitori posti su vassoi. Dopo viene modellata, a seconda delle esigenze, in diverse forme come hamburger o filetti. Dopo tre o quattro settimane, è pronta per essere consumata.