Secondo l’accusa, rappresentata dai sostituti procuratori della Dda Stefano Musolino e Sabrina Fornaro, l’ex dirigente del ministero della Giustizia, che dal 19 febbraio del 2019 era stata assegnata alla direzione della sezione femminile di Rebibbia, durante la sua funzione, avrebbe favorito decine di detenuti, tra i quali esponenti di primo piano della ‘ndrangheta di Reggio Calabria, “concorrendo di fatto al mantenimento e al rafforzamento delle associazioni a delinquere di tipo ‘ndranghetistico, attraverso una sistematica violazione delle norme dell’ordinamento penitenziario e delle circolari del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria”.

Gli esponenti mafiosi favoriti

Tra i detenuti individuati dall’accusa che sarebbero stati favoriti dall’ex direttrice del carcere, anche l’avvocato Paolo Romeo, ex parlamentate del Psdi, condannato in primo grado nel processo “Gotha”. Oltre a Romeo, gli inquirenti hanno inoltre individuato tra i presunti favoriti di Maria Carmela Longo anche alcuni esponenti di primo piano delle ‘famiglie’ mafiose reggine e della provincia come Cosimo Alvaro, Maurizio Cortese, Michele Crudo, Domenico Bellocco, Giovanni Battista Cacciola, avrebbero goduto dei favori dell’indagata.

Con l’ex direttrice del carcere, è stato rinviato a giudizio un medico dipendente dell’Asp, Antonio Pollio, con l’accusa di falso, per avere redatto un certificato medico di ‘favore’ alla detenuta Caterina Napolitano, evitando che la stessa partecipasse come teste ad un processo. Maria Carmela Longo, arrestata nell’agosto del 2020 mentre era in servizio a Roma, si trovava agli arresti domiciliari.