Femminicidi, Bruni: “La violenza sulle donne si batte con l’educazione”

Amalia Bruni, candidata del Centrosinistra, parla del caso di femminicidio avvenuto ieri in provincia di Cosenza
Bruni

Amalia Bruni, candidata del Centrosinistra alla guida della Regione Calabria, parla dell’ultimo caso di femminicidio avvenuto ieri in provincia di Cosenza a Fagnano Castello: “É una strage infinita – dice –  tutte queste donne ammazzate in Italia, una barbarie senza fine che non conosce soste. Ogni giorno piangiamo una donna assassinata da uomini vili, senza coscienza e senza onore, che approfittano della loro forza fisica per uccidere la madre dei loro figli. E’ stata tolta la vita a Sonia Lattari, una donna di 43 anni di Fagnano Castello, il marito, al termine di un litigio l’ha accoltellata massacrandola. Non c’è una definizione giusta per chi, non accettando la fine di una relazione o più semplicemente per una diversità di vedute, uccide a sangue freddo, la compagna, la moglie, la fidanzata”.

Secondo Bruni “Non basta il raptus a giustificare un’ atrocità come questa. Non sono uomini ma bestie e questa piaga, nonostante la legge abbia inasprito le pene, continua quotidianamente a mietere vittime. Bisogna operare su più fronti, innanzitutto al minimo segno di aggressività occorre denunciare alle forze dell’ordine l’accaduto. Non si può giustificare nessun tipo di violenza, chi lo ha fatto una volta lo farà sempre. Chiediamo aiuto alle forze dell’Ordine, ai centri anti violenza, agli assistenti sociali immediatamente, prima che sia tardi. E il secondo livello, forse ancora più importante è quello culturale. Il femminicidio – conclude –  si batte a partire dai banchi di scuola e dalla famiglia, educando gli uomini al rispetto delle donne, a non essere mai violenti, a usare sempre il dialogo e il confronto con le donne, nella speranza che in questo modo si argini questa mattanza”.

Secondo Bruni “Non basta il raptus a giustificare un’ atrocità come questa. Non sono uomini ma bestie e questa piaga, nonostante la legge abbia inasprito le pene, continua quotidianamente a mietere vittime. Bisogna operare su più fronti, innanzitutto al minimo segno di aggressività occorre denunciare alle forze dell’ordine l’accaduto. Non si può giustificare nessun tipo di violenza, chi lo ha fatto una volta lo farà sempre. Chiediamo aiuto alle forze dell’Ordine, ai centri anti violenza, agli assistenti sociali immediatamente, prima che sia tardi. E il secondo livello, forse ancora più importante è quello culturale. Il femminicidio – conclude –  si batte a partire dai banchi di scuola e dalla famiglia, educando gli uomini al rispetto delle donne, a non essere mai violenti, a usare sempre il dialogo e il confronto con le donne, nella speranza che in questo modo si argini questa mattanza”.

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