Oggi, in concomitanza con la Giornata Internazionale del Libro promossa dall’UNESCO, ci troviamo a confrontarci con una realtà calabrese che, purtroppo, non brilla per i suoi numeri di lettori. I dati ci mostrano come la nostra regione sia fanalino di coda in Europa per questo aspetto, con circa due milioni di cittadini – cifra pari all’intera popolazione – che si attestano su livelli di lettura statisticamente irrilevanti.
Pochi lettori, poco sviluppo economico e sociale
Come sottolineano gli economisti, esiste una stretta correlazione tra la quantità di lettori e lo sviluppo economico e sociale di un territorio. Non a caso, questa carenza culturale rappresenta uno dei mali atavici della questione meridionale, frenando il progresso di questa parte d’Italia già da oltre 160 anni dall’Unità nazionale. Non leggere significa essere culturalmente poveri, privi di curiosità e condannati a un conformismo intellettuale che ci riporta indietro di decenni.
Il libro verde sulla lettura di Mario Caligiuri da riaprire
Tra i politici che hanno sollevato il problema negli ultimi anni, spicca Mario Caligiuri, promotore di un Libro Verde sulla lettura che ha avuto il merito di fotografare la situazione e proporre soluzioni per colmare il divario. Purtroppo, le sue proposte non hanno trovato seguito per mancanza di risorse.
Già nel 1972 lo Stato aveva assegnato alle Regioni il compito di promuovere la lettura, ma ad oggi poco è stato fatto. Anche esponenti come Gaetano Cingari, Rosario Olivo e Sandro Principe si erano resi conto di questo “storico ritardo”, forse in virtù della loro sensibilità socialista e della conoscenza delle analisi meridionalistiche di Gaetano Salvemini.
Come invertire la rotta
In teoria, nulla vieta di invertire la rotta e diffondere la cultura della lettura anche in Calabria. Tuttavia, questo richiede un impegno congiunto da parte delle famiglie, della scuola e delle istituzioni, a partire da un rilancio del ruolo sociale delle biblioteche. Purtroppo, la realtà calabrese presenta ostacoli concreti che ostacolano la diffusione della lettura. Le famiglie che non leggono difficilmente trasmetteranno questa passione ai figli; la scuola, come dimostrano diverse indagini, non sempre riesce a garantire una completa alfabetizzazione degli alunni; le biblioteche, pur numerose sulla carta (oltre cinquecento secondo un recente articolo della Gazzetta del Sud), versano spesso in condizioni di degrado e marginalità.
Emblematici sono i casi della Biblioteca Civica di Cosenza, chiusa da anni, priva di personale e sommersa dai debiti, e del Sistema Bibliotecario Vibonese, un tempo esempio di modernità in un panorama difficile, con gli stessi problemi.
La scarsa attenzione della Regione
Anche la classe politica calabrese non sembra brillare per lungimiranza in questo settore. Il Presidente Occhiuto e la Vicepresidente Princi, pur con il loro impegno nella gestione di una regione complessa come la Calabria, non hanno dimostrato particolare attenzione al tema della cultura e della lettura.
La strada per il progresso è ardua, ma non impossibile. In altre regioni italiane hanno già dimostrato che la presenza di belle e funzionali biblioteche nelle città favorisce indirettamente la lettura e la crescita culturale. Tuttavia, questo richiede investimenti concreti: per il personale, le utenze, l’ampliamento delle collezioni librarie (con particolare attenzione alla letteratura per l’infanzia) e le attività di promozione della lettura.
In Calabria, la legge sulle biblioteche del 1985 (legge Olivo) è da oltre quindici anni priva di finanziamenti. Una situazione inaccettabile, anche considerando le risorse disponibili a livello europeo, che però non possono essere impiegate per il funzionamento delle biblioteche, ma solo per progetti specifici.
L’esempio di “Nati per leggere”
Non tutto è negativo, tuttavia. Negli ultimi anni è nata l’associazione di volontariato “Nati per leggere”, che opera per promuovere la lettura nella fascia d’età 0-6 anni in collaborazione con le biblioteche. Anche il Consiglio regionale ha recentemente approvato una legge a sostegno di questa associazione, seppur priva di risorse concrete.
La Giornata del Libro, voluta dall’UNESCO per celebrare la lettura e il suo potere di progresso, ci trova calabresi assenti. Un monito a fare di più, ad investire nella cultura e nella conoscenza come volano per uno sviluppo sociale ed economico duraturo. Solo così potremo riscattare la nostra regione da questo storico ritardo e costruire un futuro migliore per le nuove generazioni.