Imponimento, all’epilogo il processo con rito abbreviato: attesa per la sentenza

Lo scorso settembre la Dda di Catanzaro ha invocato pene comprese tra uno e venti anni per un totale di oltre sei secoli di carcere per i 70 imputati

Dall’abbreviato di Rinascita Scott a quello di Imponimento. E’ in arrivo un’altra sentenza destinata a tracciare un altro precedente nella lotta alla ‘ndrangheta e alle sue ramificazioni nel mondo della politica e dell’imprenditoria. Il gup del Tribunale di Catanzaro Francesco Rinaldi pronuncerà nella giornata di domani, mercoledì 19 gennaio, il verdetto nei confronti dei 70 imputati che hanno scelto il rito alternativo (in caso di condanna godranno di uno sconto di pena pari a un terzo) nell’ambito del processo scaturito dalla maxi-inchiesta “Imponimento” che punta a fare luce sulle attività illecite del clan Anello di Filadelfia e delle consorterie alleate su una vasta porzione di territorio a cavallo tra il Vibonese, l’hinterland lametino e parte dell’entroterra catanzarese. Lo scorso 17 settembre la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro guidata dal procuratore Nicola Gratteri ha invocato pene comprese tra uno e venti anni di reclusione per un totale di oltre sei secoli di carcere. Una requisitoria che si è articolata lungo quattro udienze attraverso le quali il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e i sostituti Antonio De Bernardo e Chiara Bonfadini hanno illustrato l’impianto accusatorio costruito sul campo dagli investigatori della Guardia di finanza. Il collegio difensivo ha invece provato a smontare punto su punto le tesi della pubblica accusa che ha chiesto venti anni di reclusione per il presunto boss di Filadelfia Rocco Anello, dodici per la moglie Angela Bertucca e 12 anche per l’ex consigliere provinciale Domenico Fraone e per il brigadiere della Guardia di finanza Domenico Bretti. Nel lungo elenco degli imputati figurano non solo esponenti di spicco della ‘ndrangheta vibonese come i Bonavota di Sant’Onofrio, i Cracolici di Maierato, i Barba-Lo Bianco di Vibo Valentia ma anche politici, funzionari pubblici, imprenditori, avvocati ed esponenti delle forze dell’ordine che negli anni avrebbero favorito la consorteria criminale di Filadelfia fino a renderla una delle più potenti della provincia di Vibo e non solo. Associazione a delinquere di tipo mafioso, associazione dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, riciclaggio, intestazione fittizia di beni, corruzione, estorsione con l’aggravante della mafiosità, turbativa d’asta, truffe e reati ambientali le principali ipotesi di accusa a vario titolo contestate. La replica alle discussioni degli avvocati difensori da parte del pm antimafia Antonio De Bernardo sarà verosimilmente l’ultimo atto di questo filone del processo e precederà la camera di consiglio del gup Rinaldi con sentenza prevista probabilmente entro la serata di domani, 19 gennaio 2022.

Le richieste di condanna della Dda di Catanzaro

Le richieste di condanna della Dda di Catanzaro

Cristina Anello di Filadelfia chiesti 3 anni di reclusione
Francescantonio Anello di Filadelfia chiesti 18 anni
Rocco Anello di Filadelfia chiesti 20 anni
Giovanni Angotti di Filadelfia (collaboratore di giustizia) chiesti 4 anni
Antonio Bruno Arone di Monterosso Calabro chiesti un anno e 4 mesi
Luciano Babbino di Vallefiorita chiesti 6 anni
Giuseppe Barbieri di Sant’Onofrio chiesti 10 anni, 8 mesi e 10mila euro di multa
Angela Bartucca (moglie di Rocco Anello) di Filadelfia chiesti 12 anni
Vincenzo Barba (detto “Il Musichiere”) di Vibo Valentia chiesti 10 anni e 10mila euro di multa
Luca Belsito di Pizzo chiesti 8 anni e 8mila euro di multa
Giovanni Bevilacqua di Gioia Tauro chiesti 6 anni e 6mila euro
Domenico Bonavota di Sant’Onofrio chiesti 10 anni e 10mila euro di multa
Domenico Bretti (brigadiere della Guardia di finanza) di Filadelfia chiesti 12 anni
Vito Bretti di Filadelfia chiesti 8 anni
Antonio Caruso di Filadelfia chiesti 6 anni
Giovanni Caruso di Filadelfia chiesti 2 anni
Mario Caruso di Filadelfia chiesto un anno e quattro mesi
Filippo Catania di Vibo Valentia chiesti 10 anni e 10mila euro di multa
Vito Chiefari di Torre Ruggiero chiesti 10 anni e 10mila euro di multa
Alfredo Cracolici di Pizzo chiesti 5 anni e 10 mila euro di multa
Domenico Cracolici di Maierato chiesti 6 anni e 12mila euro
Salvatore Danieli (collaboratore di giustizia) chiesto un anno
Antonio Dastoli di Filadelfia chiesti 6 anni e 8mila euro di multa
Giuseppe De Luca di Ionadi chiesti 5 anni e 8mila euro di multa
Vincenzo De Nisi di Curinga chiesti 12 anni
Antonio Dieni di Catanzaro (appuntato della Guardia di finanza) chiesti 3 anni
Giuseppe Fortuna di Filogaso chiesti 12 anni e 12 mila euro di multa
Domenico Fraone di Parghelia (ex consigliere provinciale di Vibo Valentia) chiesti 12 anni
Giuseppe Fruci di Curinga chiesti 20 anni
Vincenzino Fruci di Acconia di Curinga chiesti 18 anni
Antonio Luciano Galati di Oftringen chiesti 10 anni
Angelo Galati di Filadelfia chiesti 12 anni
Giuseppe Galati di Filadelfia chiesti 10 anni e 10 mila euro di multa
Tommaso Galati di Filadelfia chiesti 10 anni e 10mila euro di multa
Domenico Gallello di Maida chiesti 9 anni
Giovanni Giardino di Maida chiesti 12 anni
Salvatore Giorgio di Chiaravalle Centrale chiesti 10 anni
Claudio Gregorace di Filadelfia chiesti 4 anni e 1400 euro di multa
Massimo Gugliotta di Curinga chiesti 14 anni
Pierdomenico Iannazzo di Lamezia Terme chiesti 6 anni e 6mila euro di multa
Francesco Iannazzo di Lamezia chiesti 8 anni e 10mila euro di multa
Romeo Ielapi di Filadelfia chiesti 16 anni
Paolino Lo Bianco di Vibo Valentia chiesti 10 anni e 10 mila euro di multa
Francesco Mallamace di Vibo Valentia chiesti 12 anni
Teodoro Mancari di Filadelfia chiesti 16 anni
Giovanni Mastrandrea di Filadelfia chiesti 14 anni
Gianni Melina di Cenadi chiesti 6 anni e 2mila euro di multa
Giacomo Michienzi di Francavilla Angitola chiesti 8 anni e 8mila euro di multa
Francesco Michienzi di Lamezia Terme (collaboratore di giustizia) chiesti 4 anni e 4 mesi
Stefano Montauro di Curinga chiesti 11 anni
Nicola Monteleone di Polia chiesti 18 anni
Serafino Nero di Decollatura (funzionario della Regione Calabria) chiesti 8 anni
Francesco Pellegrino di Filadelfia chiesti 4 anni e 5mila euro di multa
Domenico Polito di Tropea chiesti 7 anni e 12 mila euro di multa
Rocco Polito di Curinga chiesti 10 anni
Domenico Prestanicola di Pizzo chiesti 6 anni e 8mila euro di multa
Rocco Prestanicola di Maierato chiesti 6 anni e 8mila euro di multa
Daniele Prestanicola di Maierato chiesti 18 anni
Vincenzo Renda di Vibo Valentia chiesti 4 anni e 12 mila euro di multa
Domenico Rigillo di San Vito sullo Ionio chiesti 10 anni e 10mila euro di multa
Vincenzo Rubino di Vibo Valentia chiesti 10 anni
Giuseppe Ruccella di Filogaso chiesti 9 anni e 9mila euro di multa
Natale Ruscio di Filadelfia chiesti un anno e quattro mesi
Domenico Rutigliano di Curinga chiesti 10 anni
Francesco Serratore di Curinga chiesti 6 anni, 8 mesi e 6mila euro di multa
Gino Stranges di Conflenti chiesti 8 anni e 8mila euro di multa
Fabio Schicchi di Lamezia Terme chiesti 10 anni e 4 mila euro
Aldo Sgromo di Curinga chiesti 2 anni
Antonio Talarico di Lamezia Terme chiesti 14 anni
Francesco Antonello Trovato di Curinga chiesti 11 anni

L’altro filone del processo: imputati anche i fratelli Stillitani

Nell’altro filone del processo, quello con il rito ordinario, che si sta celebrando sempre nell’aula bunker di Lamezia Terme sono imputate altre 76 persone e tra i rinviati a giudizio figurano anche l’ex assessore regionale al Lavoro Francescantonio Stillitani e il fratello Emanuele oltre all’ex consigliere comunale di Vibo Valentia Francescantonio Tedesco.

Il collegio difensivo

Gli imputati sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Eugenio Felice Perrone, Salvatore Staiano, Vincenzo Cicino, Diego Brancia, Stefano Luciano, Giuseppe Di Renzo, Giuseppe Grande, Salvatore Sorbilli, Giovanni Russomanno, Giovanni Vecchio, Domenico Anania, Sergio Rotundo, Francesco Gambardella, Maria Antonietta Iorfida, Antonio Larussa, Anselmo Torchia, Vincenzo Fulvio Attisani, Ottavio Porto, Vincenzo Gennaro, Francesco Mancuso, Francesco Calabrese, Nicola Cantafora, Giuseppe Torchia, Massimiliano Carnevale, Francesco Muzzopappa, Armando Veneto, Vincenzo Ranieri, Stefano Nimpo e Giosuè Monardo.

© Riproduzione riservata

TI POTREBBE INTERESSARE
I giudici di secondo grado riconoscono "l'esistenza di un sistema unitario e di regole comuni" e spiegano l'egemonia della cosca Mancuso
La famiglia ha presentato un esposto ai carabinieri per cercare di fare chiarezza sulle cause del decesso. La Procura segue il caso
Il piccolo comune di Calopezzati, poco meno di 1.500 abitanti in provincia di Cosenza, punta con forza su una svolta ecologica
Lo riferisce il sindacato della Polizia penitenziaria Sappe: "in meno di un anno, sorpreso, per ben tre volte, ad usare cellulari"
Il 14 maggio a Roma protesta nazionale Federdistat Cisal: le ragioni dello sciopero nelle parole del segretario provinciale della Cisal, Vitaliano Papillo
Non valorizzate voci fondamentali e coincidere le cifre sul fondo cassa e alcune non segnalate per il riconoscimento di debiti fuori bilancio
Gru e carrelli hanno movimentato 8.800 teus, raggiungendo così un altro record mensile, raggiungendo le 59.900 teus
Con i fondi garantiti dal Pnrr ed una dotazione finanziaria pari ad oltre 16 milioni di euro,si punta a sostenere la filiera olivicola
Il capogruppo del Pd propone all’assessore al Decoro urbano, Giusy Iemma, e a quello alla Cultura, l'indizione di un concorso-premio
storie
Fu accusata di sequestri, rapine violente e a mano armata (chiamate grassazioni), furti, incendi, omicidi, uccisioni di animali domestici
RUBRICHE

Testata giornalistica registrata al Tribunale di Catanzaro n.1 del Registro Stampa del 7/02/2019.

Direttore Responsabile Mimmo Famularo
Caporedattore Gabriella Passariello

Calabria7 S.r.l. | P.Iva 03674010792

2024 © All rights reserved