Il Tribunale del Riesame di Catanzaro, in accoglimento delle richieste difensive, ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal gip distrettuale di Catanzaro nel confronti di Vincenzo Renda, avvocato e imprenditore di 49 anni di Vibo, coinvolto nell’operazione denominata “Imponimento” contro il clan Anello.
Le ipotesi accusatorie
Le ipotesi accusatorie
Il 49enne è accusato di illecito smaltimento dei rifiuti e dei residui delle opere di sbancamento derivanti dalla realizzazione del resort di lusso denominato “Galìa” a Pizzo, con l’aggravante mafiosa di avere agevolato la presunta cosca di ‘ndrangheta degli Anello di Filadelfia. Nella stessa vicenda è anche vittima della condotta estorsiva perpetrata ai suoi danni da alcuni componenti della presunta cosca Anello, per l’imposizione da cui “Imponimento” dei lavori di realizzazione della struttura alberghiera. Condotta quest’ultima che viene contestata, anche, al direttore dei lavori l’architetto Francescantonio Tedesco in concorso con gli Anello. Vincenzo Renda è difeso in questo procedimento soltanto dall’avvocato Diego Brancia.