Gorizia fu l’unica città conquistata con le armi dall’esercito italiano durante la Prima guerra mondiale. Grazie anche alla fanteria calabrese come vedremo più avanti. I primi reparti italiani, al comando del generale Luigi Capello, entrarono a Gorizia il mattino del 9 agosto 1916 trovando la città era ridotta in macerie. Di 30.000 abitanti ne erano rimasti 3.000. Di questi, alcune centinaia, soprattutto sloveni, furono subito internati in Sardegna. Gorizia, o ciò che ne restava, fu riconquistata dagli austroungarici nell’ottobre 1917, dopo la battaglia di Caporetto e la rotta italiana. Passò infine all’Italia dopo il collasso dell’Impero e l’armistizio nel novembre 1918. Tempo fa è stato celebrato l’evento bellico con una serie di manifestazioni e riflessioni.
Se Trento e Trieste furono i simboli che portarono l’Italia a entrare in guerra, Gorizia rappresentò il dramma e il sacrificio del primo conflitto mondiale. Quasi 100 mila morti per conquistare la città.
Se Trento e Trieste furono i simboli che portarono l’Italia a entrare in guerra, Gorizia rappresentò il dramma e il sacrificio del primo conflitto mondiale. Quasi 100 mila morti per conquistare la città.
Una battaglia che causò quasi 100 mila morti
Scrisse a suo tempo Valeria Palumbo sul Corriere della Sera: “La battaglia per la città costò la vita a 1.759 ufficiali e circa 50.000 soldati italiani e a 862 ufficiali e circa 40.000 soldati austriaci. Ovvero quasi 100 mila morti. Una strage che ha ispirato una delle canzoni più celebri contro la guerra: “O Gorizia tu sei maledetta”. Proprio l’esecuzione della canzone al Festival dei Due Mondi di Spoleto da parte del Nuovo Canzoniere Italiano nello spettacolo Bella ciao, provocò un pandemonio. Quando Michele Straniero e Fausto Amodei iniziarono a intonare le prime strofe si scatenarono incidenti in sala; la destra cercò di impedire le rappresentazioni; Straniero, Leydi, Crivelli e Bosio furono addirittura denunciati per vilipendio delle forze armate”.
Perché fu importante il contributo dei soldati calabresi? Lo spiegò lo storico Mario Saccà. Senza la battaglia del San Michele non ci sarebbe stata la vittoria di Gorizia. E determinante fu il ruolo della 22.ma divisione e dei reparti al suo Comando.
La 22esima divisione aveva sede di comando a Catanzaro
La 22esima divisione, che dipendeva dal XI Corpo d’Armata di stanza a Bari, aveva sede di comando a Catanzaro ed era composta dalle brigate “Brescia (19° e 20° Reggimenti Fanteria) e Ferrara ( 47° e 48° Reggimenti Fanteria). Entrambe facenti parte dell’Esercito permanente, formato subito dopo l’unificazione dell’Italia nel 1861. La brigata Catanzaro (141° e 142° Reggimenti Fanteria) nacque, assieme a tante altre, in occasione dell’entrata in guerra dell’Italia e fu inquadrata nella 28.ma divisione.
I primi contingenti per la formazione del 141° furono presi dal 48° fanteria della brigata Ferrara, che era il vero reggimento della città ed era accampato sul litorale fra Catanzaro Lido e Squillace marina. Il 142° nacque invece fra Cosenza e Castrovillari, dove si trovava il 19° fanteria della brigata Brescia dal quale furono presi i primi elementi per la sua formazione. Il 20° aveva sede a Reggio Calabria, altri reparti del 19° si trovavano a Monteleone (oggi Vibo Valentia) e Nicastro (oggi Lamezia Terme).
In una lettera di un ufficiale si afferma che il primo fante a mettere piede sulla cima 4 del monte San Michele apparteneva al 48° fanteria. Ed era calabrese.