L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) sta chiedendo agli Stati membri di interrompere le vaccinazioni sul proprio territorio, una volta inoculate le categorie degli operatori sanitari e dei vulnerabili, in modo da garantire un “equo” accesso al vaccino a livello globale.
“Cosa giusta moralmente ed economicamente”
“Cosa giusta moralmente ed economicamente”
A riferirlo è stata la portavoce dell’Oms, Margaret Harris, sottolineando che si tratta della cosa giusta da fare a “moralmente” ed “economicamente”. “Stiamo chiedendo ai Paesi membri che, una volta vaccinate queste categorie, garantiscano che le forniture a cui hanno avuto accesso siano assicurate anche ad altri”, ha dichiarato Harris parlando alla Bbc.
“Diverse analisi interessanti – ha spiegato – dimostrano che vaccinare il proprio Paese e poi rimanere seduti a dire ‘stiamo bene’ non funziona a livello economico”. “La frase ‘nessun uomo è un’isola’ si applica anche all’economia”, ha ammonito la portavoce Oms.
Problemi per i paesi più poveri
Un recente studio ha rilevato che gli 85 Paesi più poveri al mondo non raggiungeranno l’immunità di massa dal Covid-19 fino almeno al 2024 e alcuni probabilmente mai, a causa della carenza di dosi di vaccino. La proposta dell’Oms è “assolutamente da prendere in considerazione” per il virologo e direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi di Milano, Fabrizio Pregliasco. “Non possiamo dimenticare i Paesi più poveri. E non solo per una questione etica”, spiega Pregliasco all’AGI.
Il problema “è anche sanitario”, spiega l’esperto. “Senza un vaccino lì, in quei territori, il virus può diffondersi incondizionatamente, col rischio che si sviluppino delle varianti“. La proposta dell’Oms, dunque, “è assolutamente da prendere in considerazione. Valutiamo di vaccinare le persone a rischio negli altri Paesi prima di immunizzare i nostri giovani”.