“Apprendere la scomparsa di Gianni De Michelis è per me un grande dolore. Ma è un dolore mitigato in parte dagli attestati di stima che in queste ore gli arrivano da tutta Italia per il prestigio internazionale apportato all’Italia con la modernità e la forza propulsiva che mise nel suo ruolo di ministro e di leader del Psi.
Ma Gianni ha dato molto alla politica italiana anche dopo che l’uragano giustizialista di “Mani Pulite” aveva spazzato via tutto. Averlo conosciuto negli anni magici del Nuovo Psi dal 2001 al 2007 è stato un privilegio raro e importante. Anni di grande spinta, soprattutto in Calabria ma in tutta Italia, nel tentativo che a un certo punto sembrava vincente di riunire i socialisti sotto una casa comune, interrompendo la diaspora e rimettendo su strada le file di un percorso bruscamente interrotta alcuni anni prima.
Ma Gianni ha dato molto alla politica italiana anche dopo che l’uragano giustizialista di “Mani Pulite” aveva spazzato via tutto. Averlo conosciuto negli anni magici del Nuovo Psi dal 2001 al 2007 è stato un privilegio raro e importante. Anni di grande spinta, soprattutto in Calabria ma in tutta Italia, nel tentativo che a un certo punto sembrava vincente di riunire i socialisti sotto una casa comune, interrompendo la diaspora e rimettendo su strada le file di un percorso bruscamente interrotta alcuni anni prima.
A un certo punto le premesse stavano diventando realtà, con l’elezione di due parlamentari socialisti, fra cui lo stesso Gianni, alle Europee del 2004 e il consolidamento di un partito forte in Calabria. E invece questo progetto, che sembrava avanzare a grandi passi, si fermò bruscamente al Congresso di Roma del 2005. La smania (poi rivelatasi ingiustificata e perciò dissolta) di una parte del Nuovo Psi di salire sul “carro del vincitore” del Centro-Sinistra con Loiero in Calabria e alle successive elezioni nazionali, ebbe la meglio. Anzi, la peggio, visto che un atteggiamento del genere ha definitivamente tagliato le gambe ai progetti socialisti che sono venuti in seguito.
E fu la prima volta che vidi Gianni De Michelis, abituato a ben altre e roventi battaglie, manifestare un certo imbarazzo. Si parlò di “esplorare” per uscire dall’impasse, ma il fatto di avere il partito dimezzato per capricci di altri, pur disorientandolo lo fece tornare mai domo, come era sempre stato nella sua carriera politica. Dopo la fine della sua segreteria, nel 2007, si ritirò progressivamente, anche a causa delle sue condizioni di salute, ma aveva e ha lasciato un’eredità politica che continua a far parte del patrimonio di esperienza di chi lo ha conosciuto. Non si può essere socialisti, senza pensare anche a De Michelis. Che ti sia lieve la terra, Gianni!”
Domenico Fulciniti – coordinatore Nuovo PSI Calabria
redazione Calabria7