‘Ndrangheta e politica a Vibo, il boss Rocco Anello: “Mangialavori chi? Nemmeno lo conosco”

E' quanto emerge nel processo Imponimento dal controesame di un superteste: "Rocco Anello ha sempre affermato di non conoscere Mangialavori"

di Mimmo Famularo – Non è imputato e neanche indagato. E’ citato nelle carte delle due maxi-inchieste contro la ‘ndrangheta vibonese passate alla storia giudiziaria con i nomi in codice di “Rinascita Scott” e di “Imponimento” che hanno coinvolto i presunti boss e gregari dei principali cartelli criminali della provincia di Vibo ma anche politici, imprenditori, professionisti svelando un inquietante groviglio sintetizzabile in una sola parola: “masso-‘ndrangheta. In tutto ciò la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri, a quanto risulta a oggi, non ha mai iscritto sul registro degli indagati Giuseppe Mangialavori, coordinatore regionale di Forza Italia, già senatore, oggi deputato, domani forse sottosegretario del governo Meloni. Il nome del politico vibonese, vicinissimo a Licia Ronzulli (“cerchio magico” di Silvio Berlusconi), è finito al centro delle polemiche dopo un articolo pubblicato dal quotidiano “La Repubblica” che rimescola vicende giudiziarie già note relative alla fase preliminare delle indagini condotte dal Nucleo di Polizia Economica Finanzaria della Guardia di Finanza di Catanzaro e confluite nei faldoni di “Imponimento” il cui filone principale del processo è in corso di svolgimento nell’aula bunker di Lamezia Terme. Mangialavori viene tirato nel tritacarne mediatico alla vigilia dell’infornata di vice ministri e sottosegretari scelti per completare la squadra di governo di Giorgia Meloni. Fango e veleni – secondo quanto osserva qualche suo fedele collaboratore – spruzzati con l’intento di danneggiare la sua immagine ed evitare che venga nominato sottosegretario. Di sicuro c’è che Mangialavori non è indagato, che la Dda di Catanzaro non ha mai chiesto l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti, che la sua fedina è assolutamente pulita.

L’intercettazione a casa Anello

L’intercettazione a casa Anello

In suo soccorso arriva adesso anche un verbale d’udienza tratto da “Imponimento”, il processo contro il clan Anello di Filadelfia, che dà una nuova, inedita e più attuale interpretazione dei fatti. A chiarire un paio di punti chiave dell’intricata vicenda che ruota intorno ai presunti intrecci tra ‘ndrangheta e politica a Vibo alla vigilia delle elezioni politiche del 2018 quando Mangialavori era in corsa per un posto al Senato, tra l’altro “blindato” da Forza Italia nel listino, sono le dichiarazioni di uno degli investigatori di punta della Guardia di Finanza, il maresciallo Giuseppe Spadafora. Nel controesame condotto dall’avvocato Sergio Rotundo, il teste chiarisce il senso di un dialogo tra il presunto boss Rocco Anello e l’allora consigliere comunale di Vibo Francescantonio Tedesco intercettato dagli inquirenti nella casa di quello che è ritenuto un esponente di spicco della ‘ndrangheta vibonese, a Filadelfia. Tra una frase e un’altra compare un passaggio in cui il capoclan spiega perché non è interessato alla politica. “Rocco Anello – dichiara il maresciallo Spadafora dinnanzi al Tribunale collegiale di Lamezia Terme – ha sempre affermato di non conoscere Mangialavori”. L’intercettazione in questione la legge in aula proprio l’avvocato Rotundo. L’architetto Tedesco dice: “Ieri sera mi sono visto con Peppe Mangialavori”. Rocco Anello risponde: “Con chi? Ma chi” e Tedesco: “Io” e Rocco Anello ribadisce: “Ma io nemmeno lo conosco a questo”.

Il superteste in aula: “Rocco Anello non conosceva Mangialavori”

Sulle elezioni politiche del 2018 si sofferma in un’altra parte della stessa udienza e del controesame al maresciallo Spadafora anche l’avvocato Stefano Luciano, difensore di uno dei principali imputati di “Imponimento”, Francescantonio Tedesco finito in carcere per associazione mafiosa. Ciò che l’investigatore della Guardia di Finanza sembra escludere è proprio uno scambio di voti tra l’architetto e consigliere comunale di Vibo vicinissimo a Mangialavori e Rocco Anello. La domanda dell’avvocato Luciano è esplicita: “Tra Rocco Anello e Tedesco ci sono stati scambi o promesse di una utilità reciproca in funzione di un richiesta di voto specifico?”. “Una richiesta specifica di voto no” risponde il teste che conferma che il boss era disinteressato alla campagna elettorale del 2018 e per nulla interessato a un incontro politico a Filadelfia: “Non ci vado a queste cose, se mi interesso a livello così, di amicizia, sennò la politica è argomento che non mi piace”. Altra domanda dell’avvocato Luciano a Spadafora: “Le risulta se Rocco Anello conoscesse Mangialavori?”. La risposta dell’investigatore è chiara: “No, non lo conosceva (…). Ha sempre affermato di non conoscere Mangialavori”.

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