Dall’indagine “Faust”, condotta stamani dai carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria, è emerso l’interesse di Francesco Pisano, una delle figure principali dell’inchiesta, per l’apertura del centro vaccinale a Rosarno, desideroso di avviarlo in un immobile di sua proprietà.
Tale pretesa è emersa dal contenuto di una conversazione intrattenuta nel giugno 2016 dallo stesso Pisano con la moglie e i cognati. In tale occasione, infatti, avrebbe rivelato senza mezzi termini ai suoi interlocutori che, in caso di un responso elettorale favorevole, si sarebbe battuto per far riportare il centro vaccinale a Rosarno.
Tale pretesa è emersa dal contenuto di una conversazione intrattenuta nel giugno 2016 dallo stesso Pisano con la moglie e i cognati. In tale occasione, infatti, avrebbe rivelato senza mezzi termini ai suoi interlocutori che, in caso di un responso elettorale favorevole, si sarebbe battuto per far riportare il centro vaccinale a Rosarno.
L’indagato avrebbe precisato che si sarebbe interessato per evitare che il centro vaccinale venisse ospitato in un immobile confiscato alla ‘ndrangheta, chiarendo in proposito che sarebbe stato necessario attendere che tali immobili venissero destinati ad altri usi, in modo tale che poi la scelta per la sede della struttura sanitaria potesse ricadere su un immobile a lui riconducibile. Tra gli obiettivi dell’amministrazione del sindaco Giuseppe Idà, ai domiciliari con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso, c’era anche la realizzazione del centro vaccinale a Rosarno, secondo gli inquirenti un obiettivo di cui Pisano era a conoscenza già prima delle elezioni.