Razzo cinese in caduta libera, ‘rientro’ previsto sul Mediterraneo

L'attenzione è d'obbligo perché, con le sue 20 tonnellate, il secondo stadio del razzo è uno dei più grandi detriti spaziali a cadere in modo incontrollato sulla Terra negli ultimi anni

Dovrebbe avvenire nel Mediterraneo il rientro del secondo stadio del razzo cinese Lunga Marcia 5B, secondo le stime aggiornate del sito Space-Track, basate dei dati del Comando di Difesa Aerospaziale del Nord-America (Norad). La finestra temporale prevede ancora un’incertezza di più o meno un’ora e va dalle 3,11 alle 5,11 italiane; l’area sulla quale dovrebbe avvenire il rientro è più a ovest rispetto a quella precedentemente prevista nel Nord Atlantico, ed è compresa fra 35,9 gradi di latitudine e 24,4 di longitudine: corrisponde al bacino del Mediterraneo.

 “Probabilità estremamente bassa”

 “Probabilità estremamente bassa”

“Sulla base degli ultimi dati forniti dalla Agenzia Spaziale Italiana (ASI) durante il nuovo incontro del tavolo tecnico presieduto dal Capo Dipartimento Fabrizio Curcio, si è ulteriormente ridotta la finestra temporale relativa al rientro sulla Terra del lanciatore spaziale cinese ‘Lunga marcia 5B’, e questo consente di escludere la prima delle tre traiettorie inizialmente individuate”. Lo rende noto la Protezione Civile, a detta della quale “scendono quindi a due le traiettorie che potrebbero interessare alcuni settori di nove regioni centro-meridionali italiane nell’arco temporale compreso tra le 2:00 di questa notte e le 07:00 del mattino ora italiana”. In ogni caso Il tavolo tecnico continuerà a seguire l’evolversi della situazione in tempo reale, fa sapere ancora la Protezione Civile, ma “la probabilità che uno o più frammenti possano cadere sul nostro territorio rimane estremamente bassa”.

 Uno dei più grandi detriti spaziali degli ultimi anni

L’attenzione è d’obbligo perché, con le sue circa 20 tonnellate, il secondo stadio del razzo cinese Lunga Marcia 5B è uno dei più grandi detriti spaziali a cadere in modo incontrollato sulla Terra negli ultimi anni. La stazione spaziale cinese che nel 2018 aveva tenuto tutto il mondo col fiato sospeso ne pesava otto. Oggi come allora l’incertezza su quando e dove potrà avvenire il rientro nell’atmosfera è grande, ma al momento le stime delle organizzazioni internazionali che stanno seguendo il detrito spaziale indicano poco probabile che la caduta possa avvenire su un centro abitato e il rischio per l’Italia è considerato remoto.

In Europa la sorveglianza è affidata al consorzio per la sorveglianza spaziale Eusst (EU Space Surveillance and Tracking), del quale fa parte l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e al quale l’Italia partecipa con Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e il centro (Isoc Italian Space Surveillance and Tracking Operation Center) dell’Aeronautica Militare a Pratica di Mare. Una volta elaborati, i dati vengono trasmessi alla Protezione Civile presso la quale è attivo tavolo tecnico, che conferma come “remota l’ipotesi che cada in Italia”.

Le stime sulle orbite di questo cilindro dal diametro di cinque metri e lungo più di 30 vengono aggiornate continuamente e tutte le organizzazioni internazionali che le stanno analizzando sono concordi nell’indicare che l’impatto nell’atmosfera potrebbe avvenire nelle prime ore del mattino di domenica 9 maggio, con un ampio margine di incertezza. (Ansa)

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