Dal “Modello Riace” al sogno di creare un “Modello Calabria”. È questa la parabola politica di Mimmo Lucano, l’ex sindaco del piccolo borgo della Locride diventato famoso per le sue politiche di accoglienza e integrazione dei migranti e ora candidato al Consiglio regionale della Calabria. Nelle tre circoscrizioni calabresi in cui si voterà il 3 e il 4 ottobre, Lucano guida la lista “Un’altra Calabria è possibile”, schierata a sostegno della candidatura a presidente della Regione Calabria del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. Una sfida non facile, quella che attende Lucano e la lista che ruota attorno a lui, considerando le soglie piuttosto alte di sbarramento previste dalla legge elettorale calabrese (l’8% di coalizione e poi il 4% di lista) e anche il “noviziato” con una tornata dalle dinamiche molto particolari. Una sfida comunque coraggiosa, al fianco di de Magistris, al quale Lucano è legato da un rapporto di profondo affetto e di profonda stima, un rapporto cementato quando de Magistris invitò Lucano a trasferirsi a Napoli per il periodo in cui Lucano era sottoposto al divieto di dimora a Riace essendo stato coinvolto nell’inchiesta “Xenia” avviata dalla Procura di Locri su presunte irregolarità nella gestione di alcuni progetti in tema di immigrazione nel comune locrese.
Tra l’altro, a fine settembre è attesa la sentenza del processo scaturito da questa inchiesta, ma per la sua coalizione questo aspetto non è mai stato un impedimento alla candidatura alle Regionali, candidatura che per lo schieramento di de Magistris è fortemente identitaria. Comunque per Lucano, che in questi mesi ha continuato a criticare le politiche sull’immigrazione dei vari governi nazionali nel frattempo succedutisi e a criticare le gestioni al Viminale targate Salvini ma anche Minniti, il 3 e il 4 ottobre prossimo è una nuova tappa della sua esperienza politica e un ritorno al confronto con l’elettorato: l’ultimo, le elezioni comunali nella sua Riace nel maggio 2019, non è stato particolarmente fortunato, perché la coalizione di Lucano, non candidato quale sindaco ma quale semplice consigliere, venne sconfitta dalla coalizione avversaria a trazione leghista e Lucano non riuscì a entrare in Consiglio comunale. Ora l’obiettivo per Lucano è la Regione, con il sogno – ha detto più volte in questi mesi – “di riproporre su scala più ampia quanto sperimentato a Riace per la difesa dei diritti universali e degli ultimi e con la lotta contro la barbarie, contro il razzismo e contro la mafia”.
Tra l’altro, a fine settembre è attesa la sentenza del processo scaturito da questa inchiesta, ma per la sua coalizione questo aspetto non è mai stato un impedimento alla candidatura alle Regionali, candidatura che per lo schieramento di de Magistris è fortemente identitaria. Comunque per Lucano, che in questi mesi ha continuato a criticare le politiche sull’immigrazione dei vari governi nazionali nel frattempo succedutisi e a criticare le gestioni al Viminale targate Salvini ma anche Minniti, il 3 e il 4 ottobre prossimo è una nuova tappa della sua esperienza politica e un ritorno al confronto con l’elettorato: l’ultimo, le elezioni comunali nella sua Riace nel maggio 2019, non è stato particolarmente fortunato, perché la coalizione di Lucano, non candidato quale sindaco ma quale semplice consigliere, venne sconfitta dalla coalizione avversaria a trazione leghista e Lucano non riuscì a entrare in Consiglio comunale. Ora l’obiettivo per Lucano è la Regione, con il sogno – ha detto più volte in questi mesi – “di riproporre su scala più ampia quanto sperimentato a Riace per la difesa dei diritti universali e degli ultimi e con la lotta contro la barbarie, contro il razzismo e contro la mafia”.