Report ricostruisce gli intrecci della masso-‘ndrangheta e la cupola segreta degli invisibili

Politici, imprenditori e professionisti collusi che hanno consentito ai clan di mantenere rapporti con istituzioni, massoneria deviata e servizi segreti

Un viaggio all’origine della ‘ndrangheta. Come ha fatto la mafia calabrese a diventare l’organizzazione criminale più potente e più ricca d’Italia e d’Europa? Con le testimonianze esclusive di ex affiliati, membri riservati e condannati, “Report” – nel reportage “La Cosa Nuova” di Giorgio Mottola e Paolo Mondani, con la consulenza di Lucio Musolino e la collaborazione di Norma Ferrara, in onda stasera alle 21.20 su Rai3 – ricostruisce la storia della cupola segreta degli Invisibili: politici, imprenditori e professionisti che fanno parte della direzione strategica della ‘ndrangheta e che hanno consentito alle cosche di mantenere rapporti con le istituzioni, la massoneria deviata e i servizi segreti.

Alle origini della masso-‘ndrangheta

Alle origini della masso-‘ndrangheta

La rifondazione della ‘ndrangheta contemporanea ha una data precisa: il 26 ottobre del 1969. Quel giorno sull’Aspromonte, a Montalto, si svolge un summit dei capi della mafia calabrese a cui partecipano i vertici della destra neofascista. Qualche mese dopo scoppiano i moti di Reggio Calabria e si prepara il golpe Borghese. È in queste occasioni che la storia della ‘ndrangheta si incrocia con la P2 di Licio Gelli e nasce la Santa, la struttura segreta che consente alle cosche di avere rapporti diretti con le logge deviate. Da quel momento parte una scalata al potere che ha consentito alla ‘ndrangheta di entrare nel cuore delle istituzioni italiane, orientando indagini, portando in Parlamento i propri uomini e facendo arricchire i propri imprenditori di riferimento.

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