di Gabriella Passariello- Particolari inediti sull’avvocato Francesco Stilo e sui favori concessi alla cosca Pardea emergono dai verbali parzialmente desecretati del pentito Bartolomeo Arena, chiamato a deporre a luglio in video conferenza dall’aula bunker di Lamezia nell’ambito del processo Rinascita Scott che ha decapitato le cosche del Vibonese. Dettagli che fanno riferimento agli stretti rapporti intercorsi tra il legale e Francesco Antonio Pardea e agli incontri riservati tra Enzo Barba, Paolo Lo Bianco, Saverio Razionale, Gregorio Gasparro e Peppe Accorinti nello studio legale di Stilo. Informazioni queste apprese direttamente da Enzo Barba, il quale aveva esternato all’allora affiliato dei Pardea-Ranisi, oggi collaboratore di giustizia, la propria preoccupazione che i colloqui riguardanti “l’aggiustamento” di alcune estorsioni nel Vibonese, potessero essere stati intercettati. Un timore nato dal fatto che l’avvocato Stilo aveva trovato delle microspie all’interno del suo ufficio e aveva denunciato i fatti alla Procura di Salerno, “ritenendo di non poter essere intercettato e chiedendo la nullità delle intercettazioni”. Il pentito per sottolineare i particolari rapporti che Stilo avrebbe intrattenuto con esponenti della ‘ndrangheta, riferisce due episodi in particolare, il primo relativo alla necessità di avere una casa per ospitare un pregiudicato di Torino, originario di Maierato e Francesco Antonio si rivolse a Stilo, il quale gli consegnò le chiavi di un suo appartamento, sito alle spalle del Tribunale nuovo e il legale si mise a disposizione, solo perché la richiesta proveniva da Pardea, tant’è che “non conosceva nemmeno l’identità della persona che avrebbe dovuto occupare l’appartamento in suo possesso”. Questo pregiudicato è rimasto all’interno dell’appartamento dell’avvocato per circa venti- venticinque giorni: “era venuto a Vibo tramite la conoscenza di persone vicine a Michele Oppedisano per organizzare la produzione di banconote false, progetto che non andò in porto”.
L’accoltellamento di un ex giocatore della Vibonese e il silenzio della segretaria di Stilo
L’accoltellamento di un ex giocatore della Vibonese e il silenzio della segretaria di Stilo
Un altro episodio è quello relativo all’accoltellamento di Loris Palmisano, ex giocatore della Vibonese, che aveva una relazione con una segretaria dell’avvocato Stilo, una ragazza di bell’aspetto “che aveva suscitato l’interesse di Antonio Francesco Pardea appena scarcerato”. All’epoca questa donna lavorava in un bar e Pardea le trovò un appartamento al piano superiore all’attuale sua abitazione e poi cercò di sistemarla, chiedendo all’avvocato Stilo di assumerla come segretaria nel suo studio “cosa che il legale fece di buon grado”. Palmisano poi venne accoltellato in seguito a dissidi tra componenti dell’articolazione dei Pardea Ranisi e l’avvocato Stilo avvertì Pardea del fatto che i carabinieri, per ricostruire quanto accaduto, stavano interrogando questa ragazza, previamente “istruita” dall’avvocato. Il legale Stilo, in base a quanto riferisce il pentito aveva detto alla giovane donna di non aver visto nulla, anche se “difficilmente avrebbe potuto rendersi conto di quanto successo sulle scale del palazzo, cioè dell’accoltellamento di Palmisano, dal momento che entrambi avevano assunto poco prima cocaina. Sta di fatto che la ragazza non disse nulla ai carabinieri e alla fine non ci fu esito negativo per noi, tant’è che Pardea ebbe a dire che l’avvocato Stilo ci ha salvato, mentre io ribattevo che a salvarli veramente ero stato io occultando le tracce biologiche con l’acido muriatico”. Il pentito nei verbali racconta come l’avvocato si prestasse a passare dei bigliettini per conto dei detenuti da lui assistiti, consentendo loro comunicazioni all’esterno del carcere, argomento questo che viene stoppato con una pagina di omissis, per poi ripartire il narrato chiarendo fino a che punto l’avvocato si sarebbe spinto per favorire la ‘ndrangheta.
L’espediente per ottenere la rivalutazione della pericolosità sociale
“Ricordo che Pardea aveva affidato all’avvocato Stilo l’incarico di ottenere la rivalutazione della pericolosità sociale che giustificava l’applicazione nei suoi confronti della sorveglianza speciale. Stilo rappresentò che il principale ostacolo era dato dalle copiose frequentazioni che risultavano tra me e Pardea e dal mio casellario”. L’avvocato li tranquillizza e tramite un amico riesce a procurarsi un casellario di Bartolomeo Arena nullo, depositato all’autorità giudiziaria. “Stilo consigliava a Pardea di recarsi nella casa di Nazareth per eseguire opere di volontariato. Devo però precisare che l’obiettivo non fu raggiunto, in quanto Pardea non ottenne informative che consentissero una favorevole rivalutazione della sua pericolosità sociale. Di tutto ciò sono al corrente per avervi preso parte direttamene, essendomi anche recato insieme a Pardea nello studio dell’avvocato Stilo e in Tribunale. Infine posso segnalare che analogo espediente era stato utilizzato da Paolino Lo Bianco, per avercelo riferito l’avvocato Stilo. Tuttavia non sono certo che anche in questo caso sia stato Stilo l’autore dell’iniziativa, sebbene ne sia intimamente convinto”.