Vertenza Sant’Anna, Giulio: ”Vite umane come quella di mia moglie in pericolo”

sant'anna hospital

“Stefania, nome non di fantasia, ha scoperto da poco di avere una piccola malformazione cardiaca. Dopo una serie di esami e una visita approfondita a metà dicembre dal bravissimo professor Daniele Maselli, è in lista per effettuare un esame specifico e, successivamente, un intervento al Sant’Anna Hospital”. Questa è la storia raccontata in una lettera indirizzata a Calabria7 da Giulio Bruno, marito di una paziente della nota clinica di Catanzaro. “È una speranza – scrive Giulio nella missiva – di risoluzione di un problema che permetterebbe a Stefania di potersi curare in un centro di assoluta eccellenza a livello nazionale pur restando nella propria terra”.

“Sant’Anna orgoglio calabrese”

“Sant’Anna orgoglio calabrese”

“In Calabria – continua Giulio –. Quella Calabria terra di ‘ndrangheta, di malaffare, priva di infrastrutture e lavoro, dove impera la corruzione e la collusione affaristico-mafiosa. Ma è pure quella stessa Calabria dove, nonostante una classe politica da sempre inadeguata e inefficiente, riesce a esprimere valori e competenze di assoluto rilievo. Oltre a Stefania, tanti altri attendono una chiamata, molti di essi con problemi cardiaci decisamente più seri”.

“La politica è responsabile”

“Il Sant’Anna – aggiunge Giulio – rappresenta uno di quei presìdi calabresi di cui andare fieri e orgogliosi. Un luogo di cura e di speranza in Calabria, e già l’asserzione di per sé rappresenta il più clamoroso e paradossale degli ossimori. I calabresi non meritano un’ulteriore umiliazione, non possono assistere impotenti alla distruzione di un’oasi di sopravvivenza. La cattiva politica, quella che sperpera denaro, che lucra sulla vita della gente onesta, che sbeffeggia speranze di riscatto e ambizioni, professionalità e competenze, oggi è responsabile del rischio di chiusura del Sant’Anna. Posti di lavoro, conoscenze, vite umane in pericolo sull’orlo di un burrone”.

“Una speranza collettiva”

“Non parlo mai di fatti personali – conclude Giulio – e non cerco nei miei articoli like a buon prezzo e facili consensi, né solidarietà o compassionevoli commenti. Stefania è mia moglie, ma il senso della mia riflessione è più ampio. Guarda verso l’orizzonte, verso l’arcobaleno, verso una speranza collettiva che anche noi, qui in Calabria, pensiamo di meritare”.

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