di Gabriella Passariello – Si cercano nuovi dettagli utili alle indagini nell’inchiesta sulla morte della ventenne Simona Cavallaro, sbranata e uccisa da un branco di cani, in località Monte Fiorino nel Comune di Satriano, nel Catanzarese, il 26 agosto scorso. I carabinieri delegati alle indagini dal pm Irene Crea, titolare del fascicolo, sono a caccia di riscontri per non lasciare nulla al caso in un’inchiesta, dov’è già stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo Pietro Russomanno, 44 anni, di Satriano, il proprietario del gregge a guardia del quale si trovavano i cani, che hanno aggredito alla schiena la ragazza, sbattuta a terra, azzannata alle gambe, probabilmente mentre tentava di scappare, alle braccia e in diverse parti vitali del corpo, in base alle prime risultanze dell’autopsia disposta dal pubblico ministero sul corpo della ventenne. La giovane probabilmente ha anche cercato di difendersi: sotto le sue unghie sono stati ritrovati peli dei cani killer.
Video e foto al vaglio della Procura
Video e foto al vaglio della Procura
L’inchiesta però, ha ancora dei punti interrogativi da chiarire e un elemento fondamentale per far luce sull’accaduto potrebbe arrivare dal materiale sequestrato dalla Procura. In particolare da un telefonino, che risalirebbe ad un giovane, dove ci sono foto raffiguranti la pineta dove si trovava Simona, immagini scattate pochi minuti prima della tragedia e un video, dove si vede la ragazza accerchiata dai cani, negli istanti immediatamente precedenti alla morte, materiale che potrebbe aprire nuovi scenari inquietanti.
Dall’idea di un picnic alla tragedia
Secondo la ricostruzione dei fatti sarebbero stati più di dieci i cani tra meticci e pastori maremmani a scagliarsi su Simona Cavallaro senza lasciarle via di scampo. I militari, coordinati dal tenente Luca Palladino hanno ascoltato il racconto del ragazzo che si trovava quel maledetto giovedì con Simona, riferendo che entrambi si trovavano in quella zona per fare un sopralluogo in vista di un pic nic che si sarebbe dovuto svolgere domenica, doveva essere una passeggiata, spensierata con un amico. Ha raccontato, inoltre, di essere scappato non appena si è reso conto che gli animali potevano essere pericolosi, pensando che Simona lo stesse seguendo e di essere riuscito a raggiungere una costruzione in legno per rifugiarsi. Quando ha ripreso fiato e si è voltato a destra e a sinistra, si è accorto che Simona non c’era più, rimasta lì, nel luogo della tragedia in balìa del branco. A quel punto ha dato l’allarme chiamando i carabinieri che, giunti sul posto, hanno trovato il corpo di Simona ormai senza vita. Alcuni cani del branco avevano ancora il pelo imbrattato di sangue e gli animali erano talmente inferociti che i militari per avvicinarli hanno dovuto sedarli.