Scacco Matto, chiesto l’ergastolo per il boss Grande Aracri e altri due imputati

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Il carcere a vita è stato chiesto dal sostituto procuratore generale della Corte di assise appello di Catanzaro per tre imputati coinvolti nel filone sugli omicidi dell’inchiesta Scacco Matto risalente al 2000. Il pg Raffaela Sforza ha invocato l’ergastolo e 18 mesi di isolamento diurno per Nicolino Grande Aracri, boss dell’omonima cosca di Cutro, accusato del duplice omicidio di Raffaele Dragone e Tommaso De Mare, uccisi a Santa Severina il 31 agosto 1999 e per due casi di lupara bianca Rosario Sorrentino e Antonio Macrì, il primo scomparso il 16 agosto e il secondo il 21aprile 2000.  E inoltre dovrà rispondere di concorso nel duplice omicidio di Francesco Arena e Francesco Scerbo e del tentato omicidio di Pasquale Arena. Il pg ha invocato l’ergastolo con isolamento diurno per la durata di un anno per Vito Martino, accusato dell’omicidio di Antonio Macrì e l’ergastolo con isolamento diurno di un anno per Salvatore Nicoscia, per la sola applicazione dell’aggravante della premeditazione negli omicidi di Francesco Arena e Francesco Scerbo. Poi ha preso la parola l’avvocato Vincenzo Ranieri difensore di parte civile dei parenti della vittima Tommaso De Mare, che si è associato alla richiesta del pg, oltre a chiedere il risarcimento dei danni quantificato in 500mila euro per ciascun congiunto. La Corte di assise di appello ha aggiornato l’udienza al prossimo 27 maggio, giorno in cui sono previste le arringhe difensive dei legali Gregorio Viscomi, Salvatore Staiano, Giancarlo Pittelli e Antonietta Denicolò. Si tratta di un nuovo processo di secondo grado dopo la decisione della Cassazione di annullamento con rinvio. Il 4 luglio 2015, la Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro aveva ribaltato il verdetto di assoluzione sentenziato in primo grado, condannando a 30 anni il boss Nicolino Grande Aracri, per il duplice omicidio di Raffaele Dragone e Tommaso De Mare, per due casi di lupara bianca Rosario Sorrentino e Antonio Macrì e assolvendolo per i capi di imputazione relativi al concorso nel duplice omicidio di Francesco Arena e Francesco Scerbo e del tentato omicidio di Pasquale Arena (agguato avvenuto ad Isola il 2 marzo 2000).La Cassazione ha annullato con rinvio condanna e assoluzione, stabilendo per lui un nuovo processo d’Appello, così come ha stabilito un nuovo processo di secondo grado per Vito Martino, di Cutro e Salvatore Nicoscia, di Isola Capo Rizzuto, che erano stati condannati rispettivamente a 30 anni di carcere ciascuno in luogo dell’ergastolo sentenziato il 19 luglio 2012 dalla Corte d’Assise.

g. p. 

Redazione Calabria 7

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