Stalettì. Il luogo del martirio di Concetta Lombardo è inaccessibile

(Antonia Opipari) – È la classica “vicenda all’italiana” – per non dire “alla calabrese”, che ultimamente va tanto di moda! – . Quello che da qualche anno sta accadendo a Stalettì (Cz) ha dell’incredibile. Soprattutto se lo rapportiamo all’attualità ed a tutte quelle chiacchiere in cui si dice che per far rinascere la Calabria è necessario «puntare alla riqualificazione dei luoghi», al turismo e bla, bla, bla. Ebbene, a Stalettì esiste un luogo di cui in pochi conoscono l’importanza e la storia: è il sito in cui si tenne il martirio della Serva di Dio Concetta Lombardo.

Concetta Lombardo nasce a Stalettì il 7 luglio 1924. È una ragazza dalle molte virtù, è bellissima e assai devota, è una catechista, membro dell’Azione Cattolica e del Terz’Ordine Francescano e, come tutte le donne giovani ha un desiderio: sposarsi. Ma la sfortuna volle che l’uomo con cui era fidanzata dopo essere emigrato in Germania vi trovò moglie. Concetta a quel punto continua con la sua vita. Di lei s’innamora Vincenzo Messina un fruttivendolo – macellaio di Gasperina (Cz), che s’invaghisce al punto da trasformare quel sentimento in un’autentica ossessione. Vincenzo ha una moglie ed una figlia, ma questo non gl’impedisce di pensare a Concetta come la donna della sua vita. Il 22 agosto 1948 l’epilogo: Concetta sta raccogliendo fichi d’India a Sarusi, viene raggiunta da Vincenzo che la uccide con tre colpi di pistola. Immediatamente dopo l’uomo si suicida ed il suo corpo viene ritrovato a pochi metri da lei.

Concetta Lombardo nasce a Stalettì il 7 luglio 1924. È una ragazza dalle molte virtù, è bellissima e assai devota, è una catechista, membro dell’Azione Cattolica e del Terz’Ordine Francescano e, come tutte le donne giovani ha un desiderio: sposarsi. Ma la sfortuna volle che l’uomo con cui era fidanzata dopo essere emigrato in Germania vi trovò moglie. Concetta a quel punto continua con la sua vita. Di lei s’innamora Vincenzo Messina un fruttivendolo – macellaio di Gasperina (Cz), che s’invaghisce al punto da trasformare quel sentimento in un’autentica ossessione. Vincenzo ha una moglie ed una figlia, ma questo non gl’impedisce di pensare a Concetta come la donna della sua vita. Il 22 agosto 1948 l’epilogo: Concetta sta raccogliendo fichi d’India a Sarusi, viene raggiunta da Vincenzo che la uccide con tre colpi di pistola. Immediatamente dopo l’uomo si suicida ed il suo corpo viene ritrovato a pochi metri da lei.

Oggi in località Sarusi di Stalettì esiste una croce che segna il punto esatto in cui è avvenuto l’omicidio di Concetta. Il luogo potrebbe diventare meta di culto o di turismo religioso se, e sottolineo se, fosse accessibile. Perché di fatto non lo è; «la strada di campagna, meglio la mulattiera comunale, della larghezza di qualche metro, che portava nelle località Sarusi e Runci denominate Serra de Cruci (Serra delle Croci), sul luogo, tra l’altro, del martirio della Serva di Dio, Concetta Lombardo, è stata letteralmente interrotta a causa dello stravolgimento totale dei luoghi». Lo ha scritto un anno fa in una lettera indirizzata alla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Cosenza, all’amministrazione comunale di Stalettì, ai Carabinieri Forestali di Catanzaro, all’Arcivescovo della Diocesi Catanzaro – Squillace Mons. Bertolone ed ai parroci di Stalettì, Rosario Casalenuovo. Il professor Casalenuovo, presidente dell’Archeoclub d’Italia è l’unico ad interessarsi del ripristino di questa strada che, tra l’altro conduce ad uno dei siti in cui si trova uno dei monumenti megalitici presenti nella zona, di cui il professore si occupa da tempo. La viuzza «non è più percorribile, come lo era fino a qualche tempo addietro, impedita da un imponente muro di contenimento in pietra, realizzato al posto di un intenso filare di fichi d’India – si legge nella missiva -. Questo tratto pare inalterato, almeno come larghezza, ma è di colpo ostruito con reticolato e rete metallica; ed ancora, ad impedire il suo svolgersi incrociandosi con un altro antico tratto di mulattiera comunale, a quota più bassa proveniente da nord (che pure assolveva al collegamento del Centro Urbano con Copanello Alto), è un pendio non poco accidentato, la cui realizzazione, con l’impiego di notevole materiale di riporto, ha provocato pure l’annullamento, la cancellazione, per diverse decine di metri, non solo del tratto d’arteria antico ma di tutto il declivio originario. Il tutto porta a dedurre che le cose sono state stravolte, cambiate volontariamente» è la conclusione dello studioso, il quale chiede a gran voce che «venga rispettata la Serva di Dio, ripristinando quest’arteria e valorizzandola come è stato fatto per altri sentieri storici – naturalistici – religiosi». E lettere ce ne sono state tante altre. Per non parlare dei sopralluoghi e delle promesse… eppure la situazione non è cambiata. Riqualificare il luogo del martirio della Serva di Dio Concetta Lombardo, renderlo fruibile e ridargli memoria pare non importi proprio a nessuno.

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