E’ scomparso, all’età di novant’anni, Pepè Soluri, musicista catanzarese e noto esponente della musica popolare e virtuoso suonatore di strumenti come zampogna, pipita e organetto.
“Il compositore ungherese Béla Bartòk – afferma Alessio Bressi dell’Associazione di promozione sociale Linea Jonica- lo avrebbe definito “un albero di canto” per via del ricco e variegato bagaglio di canti e melodie di sua conoscenza.”
“Il compositore ungherese Béla Bartòk – afferma Alessio Bressi dell’Associazione di promozione sociale Linea Jonica- lo avrebbe definito “un albero di canto” per via del ricco e variegato bagaglio di canti e melodie di sua conoscenza.”
Pepè Soluri, era noto anche e soprattutto per le sue doti canore. Un suonatore generoso, dalla forte personalità e dall’immensa vitalità.
“Sempre pronto a mettersi a disposizione di musicisti e studiosi – continua Bressi – i quali hanno avuto la fortuna di ascoltarlo, registrarlo e riproporre i suoi canti su cd e pubblicazioni. Catanzaro perde un grande “custode” della musica e della cultura tradizionale locale.”
Oggi lo piangono, assieme ai familiari, i molti giovani ai quali, così come al figlio Antonio, ha trasmesso la passione per le zampogne e per gli strumenti musicali tradizionali.
La sua dipartita lascia tra questi un’eco del suono melanconico della sua zampogna e della sua agreste voce. “Pàrtati mamma, filandu filandu…”. E oggi a partire è l’indimenticabile Pepè Soluri.
redazione Calabria 7