Tremila imprenditori chiedono i danni al Governo per il lockdown

Una lettera di “messa in mora” degli imprenditori milanesi al Governo in cui si chiedono danni pari “all’80 per cento del fatturato del 2019”. È questa, a quanto apprende l’AGI in anteprima, l’iniziativa che stanno per far partire più di tremila titolari di attività che si sono riuniti nel “Comitato Partite Iva”.

“L’iniziativa – spiega Paolo Polli, che ne è tra gli ideatori – si ispira a una analoga del 2011 quando la crisi portò al suicidio di numerosi imprenditori. All’epoca, vi fu una denuncia di massa contro il Governo, presieduto da Mario Monti e poi da Gianni Letta, con più di 150mila denunce. Il risultato fu l’emanazione della legge 3/2012  che consentì a chi era rimasto indietro di poter saldare i debiti verso le banche ed Equitalia secondo le proprie possibilità”.

“L’iniziativa – spiega Paolo Polli, che ne è tra gli ideatori – si ispira a una analoga del 2011 quando la crisi portò al suicidio di numerosi imprenditori. All’epoca, vi fu una denuncia di massa contro il Governo, presieduto da Mario Monti e poi da Gianni Letta, con più di 150mila denunce. Il risultato fu l’emanazione della legge 3/2012  che consentì a chi era rimasto indietro di poter saldare i debiti verso le banche ed Equitalia secondo le proprie possibilità”.

Ora, spiegano i rappresentanti del Comitato, “l’obbiettivo è quello di ‘mettere in mora’ il Governo affinché risarcisca le piccole imprese dei mancati guadagni dovuti alle restrizioni del lockdown”.

È, chiarisce Polli, “un atto prima della denuncia, nel senso che se non  ci viene dato quello che ci spetta ci rivolgeremo agli organi competenti. Sono coinvolti anche i dipendenti, non solo i titolari”. Chi vuole può aderire può inviare una mail all’indirizzo comitatodellamessainmora@gmail.com coi suoi estremi, documento d’identità, nome del locale, partita Iva, codice fiscale e gli verrà inviato un modulo da compilare.

Un pool di avvocati invierà per conto di queste persone una Pec di ‘messa in mora’ al Governo. Polli sottolinea “la gratuità dell’iniziativa dal momento che molti non si possono permettere ora di pagare un avvocato”.

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