di Danilo Colacino – Il Catanzaro di Gaetano Auteri non ha mezze misure. Nel bene e nel male è una fabbrica di sogni ed emozioni, che talvolta rischia di trasformare in incubi ma giocando in maniera mai banale. E lo scoppiettante (eufemismo!) match di ieri contro il Trapani ne è l’ennesima riprova.
La società del patron Floriano Noto, giunto in Sala Stampa del Nicola Ceravolo al termine dell’ultimo incontro della regular season del girone meridionale della serie C, è raggiante, seppur non si scompone all’insegna di un aplomb che è un ‘marchio di fabbrica’. Il presidente, insomma, sa di aver portato a casa un risultato affatto disprezzabile, anzi per la verità lusinghiero, e di averlo fatto con una squadra di qualità però non certo ‘grandi firme’. Eppure – come rimarca con un pizzico di malcelato orgoglio – “capace di annoverare nelle sue fila un D’Ursi in cima alla classifica cannonieri e comunque con alle spalle nomi di ‘cassetta’ di gente che la piazza avrebbe voluto in maglia giallorossa”.
La società del patron Floriano Noto, giunto in Sala Stampa del Nicola Ceravolo al termine dell’ultimo incontro della regular season del girone meridionale della serie C, è raggiante, seppur non si scompone all’insegna di un aplomb che è un ‘marchio di fabbrica’. Il presidente, insomma, sa di aver portato a casa un risultato affatto disprezzabile, anzi per la verità lusinghiero, e di averlo fatto con una squadra di qualità però non certo ‘grandi firme’. Eppure – come rimarca con un pizzico di malcelato orgoglio – “capace di annoverare nelle sue fila un D’Ursi in cima alla classifica cannonieri e comunque con alle spalle nomi di ‘cassetta’ di gente che la piazza avrebbe voluto in maglia giallorossa”.
Ma la società bada parecchio ai bilanci e se, malgrado ciò, ottiene un terzo posto ambito da molte rivali come ad esempio un Catania che godeva dei favori del pronostico, invece finito alle spalle dell’Auteri-band, la cosa non può certo passare sotto silenzio. Tutt’altro.
È pur vero, comunque, che adesso ambiente e staff tecnico e dirigenza in primis hanno l’ambizione di completare l’opera. Vogliono che il ‘quadro d’autore’ dipinto finora diventi un capolavoro. Una tela raffigurante la promozione fra i cadetti in soli due anni di gestione del gruppo Noto e dei suoi collaboratori.