Vitalizi regionali, Giudiceandrea: “Facile gridare allo scandalo, ma informazioni non corrette”

Giudiceandrea

“Chiedo a Floris la possibilità di replicare con la stessa visibilità alla puntata di “Di Martedì” dedicata alla questione “vitalizi” dei consiglieri regionali della Calabria.  Non capisco, francamente, come una trasmissione di approfondimento giornalistico così importante non abbia verificato ogni aspetto della vicenda”. Così Giuseppe Giudiceandrea, consigliere regionale Calabria – capogruppo Democratici e Progressisti, a proposito della puntata andata in onda ieri in Tv sui vitalizi dei consiglieri regionali calabresi.

“È facilissimo gridare allo scandalo, accostare il nome della Calabria alla malapolitica ma non sono state fornite le informazioni corrette e mi sorprende, e non poco, che l’attuale presidente dell’Inps Tridico e l’ex ministro Fornero ignorino che il sistema previdenziale che criticano è esattamente quello che vige per i parlamentari e probabilmente anche per gli ex ministri. Una legge, mi preme ricordarlo, accelerata dalle richieste della Consulta, passata al vaglio della Conferenza Stato-Regioni e alla quale altre Regioni si sono adeguate. Perché è uno scandalo se viene applicata in Calabria?

“È facilissimo gridare allo scandalo, accostare il nome della Calabria alla malapolitica ma non sono state fornite le informazioni corrette e mi sorprende, e non poco, che l’attuale presidente dell’Inps Tridico e l’ex ministro Fornero ignorino che il sistema previdenziale che criticano è esattamente quello che vige per i parlamentari e probabilmente anche per gli ex ministri. Una legge, mi preme ricordarlo, accelerata dalle richieste della Consulta, passata al vaglio della Conferenza Stato-Regioni e alla quale altre Regioni si sono adeguate. Perché è uno scandalo se viene applicata in Calabria?

Per l’ennesima volta spiegherò come funziona questa legge nonostante qualcuno ancora, per motivi che non riesco a capire, dissimuli la verità dei fatti. In base ai contributi versati, all’età pensionabile, anche il consigliere regionale della Calabria, si troverà ciò che ha pagato.

Con la nostra norma si obbligano gli attuali consiglieri a versare i contributi all’Inps e quello delle precedenti legislature a subire una decurtazione del loro privilegio. Anche il Tfr è un accantonamento decurtato interamente dallo stipendio lordo, identico ai dipendenti pubblici e privati di questo Paese. In ogni caso tale trattamento di fine mandato non aumenta di un solo centesimo la spesa che la Regione deve sostenere per ogni consigliere.

Finalmente anche la Calabria ha una legge che obbliga i consiglieri regionali a versare i contributi all’Inps, cosa che non hanno mai fatto prima nella storia di questa Regione e che avverrà grazie a questa legge. A fine mandato gli attuali consiglieri avranno pagato, come tutti i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, una quota del loro stipendio lordo in favore dell’Inps. Come per tutti, tale quota è per un quarto (8%) a carico dello stipendio netto del consigliere, per tre quarti (24%) a carico del datore di lavoro.

In ogni caso in Calabria come in tutte le altre Regioni in cui questo sistema è applicato (come richiesto dalla Conferenza Stato-Regioni), non ci sarà aumento di spesa per i contribuenti perché le somme versate all’Inps vengono detratte dal netto che andrebbe versato come Irpef.

Indi, al raggiungimento dell’età pensionabile, se questo fosse l’unico reddito maturato nella propria vita, dopo aver versato circa 100.000 euro di contributi, il consigliere regionale percepirà una pensione di circa 300 euro. Vorrei capire dove sta il privilegio?

Piuttosto ho depositato due emendamenti per migliorare ulteriormente la proposta della Conferenza Stato-Regioni da noi tramutata in legge, emendamenti in base ai quali l’età pensionabile anziché a 65 o 60 anni sarà parificata a quella dei dirigenti della pubblica amministrazione che oggi vanno in pensione a 67 anni o a quota 100.

Ricapitolando: la Consulta ha obbligato diverse Regioni italiane a introdurre questo sistema; la Conferenza Stato-Regioni ha studiato e approvato questa norma adottata dalle Regioni che non l’avevano, ivi compresa la Calabria, e la Cassazione non ha effettuato rilievi. Perché si grida allo scandalo nel momento in cui ci si è dotati di una normativa che diminuisce le spese rispetto al passato?

In più mi si permetta un’altra considerazione sul presunto assenteismo dei consiglieri regionali dalla sede del Consiglio a Reggio Calabria. I consiglieri hanno l’obbligo di recarsi a Palazzo Campanella per le sedute del consiglio regionale e le riunioni delle Commissioni consiliari a cui appartengono. Il resto della nostra attività si svolge alla Cittadella regionale a Catanzaro, dove abbiamo la possibilità di incontrare amministratori locali e funzionari regionali per svolgere il nostro mandato e essere punto di raccordo con i territori in cui siamo stati eletti. Possiamo discutere per ore sull’opportunità o meno di far svolgere tutte le attività della Regione Calabria in un’unica struttura ma la situazione attuale è questa”

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